Scandalo alle Olimpiadi di Parigi: Angela Carini Costretta alla Resa contro Avversaria ‘Più Uomo che Donna’!
1 Ago 2024 - Approfondimenti Politici
La boxe femminile sotto accusa: l'azzurra Angela Carini abbandona il ring contro l'algerina Imane Khelif. Una follia ideologica mette a rischio la sicurezza delle atlete.
L’1 agosto 2024, Angela Carini ha vissuto una delle esperienze più sconfortanti della sua carriera sportiva. Durante gli ottavi di finale della categoria -66 kg alle Olimpiadi di Parigi, la nostra atleta ha dovuto affrontare l’algerina Imane Khelif in un incontro che definire impari è un eufemismo. Nonostante Khelif non sia transgender, la sua evidente superiorità fisica ha reso la sfida un atto di pura follia ideologica, mettendo a rischio la salute di Angela.
La resa di Angela: una decisione necessaria
Dopo pochi secondi dall’inizio del match, Angela ha subito un destro violento che l’ha costretta a tornare nel proprio angolo. Nonostante la sua determinazione e il desiderio di onorare il padre, Angela ha dovuto arrendersi di fronte a un avversario la cui forza era semplicemente troppo pericolosa. Il ritiro di Angela non è stato un atto di debolezza, ma una scelta obbligata per preservare la propria integrità fisica.
La follia ideologica Woke
Questo incontro ha evidenziato un problema grave: l’influenza della cosiddetta ideologia Woke nel mondo dello sport. La spinta verso un’inclusività forzata sta creando situazioni pericolose, compromettendo la sicurezza e la libertà delle atlete. L’inclusione non deve mai avvenire a scapito della giustizia e della sicurezza. La competizione tra Angela Carini e Imane Khelif è un chiaro esempio di come queste politiche stiano mettendo in crisi il ruolo delle donne nello sport.
Il diritto a incontri regolari e alla pari
Il caso di Angela Carini solleva domande fondamentali sul diritto delle atlete di competere in condizioni di parità. Obbligare un’atleta a confrontarsi con una sfidante che presenta livelli di testosterone elevati e una forza fisica sproporzionata equivale a negarle il diritto di partecipare a incontri regolari. Questo non è solo un problema sportivo, ma una questione di equità e rispetto per la salute delle atlete.
Un’ingiustizia da condannare
La sofferenza di Angela Carini non deve passare inosservata. È imperativo che le organizzazioni sportive internazionali rivedano le loro politiche per garantire che ogni atleta possa competere in un ambiente sicuro ed equo. La protezione delle donne nello sport deve essere una priorità assoluta, evitando che le ideologie compromettano la realtà e mettano in pericolo la vita delle atlete.
Anche se non è un transgender, sinceramente qui vediamo un uomo che colpisce una donna piuttosto che un incontro di pugilato tra donne.
Cosa ne pensate?
Solidarietà a #AngelaCarini per l’aggressione impari subita da #ImaneKhelif. pic.twitter.com/AiEsMsTdQO
— Il Politico Web (@ilpolitico_web) August 1, 2024
Perché le associazioni per la difesa dei diritti umani non hanno denunciato l’ennesima violenza di genere davanti alle lacrime versate dall’ennesima donna umiliata e abusata da un uomo?? Il motivo è molto semplice: la cosiddetta comunità LG poi diventata LGBQ poi LGBQT per arrivare almeno in quello ad una stabilità di lettere con l’aggiunta di un + che se pur interrompendo la sequenza alfabetica, ingenera solo più confusione a chi è abituato a cambiare il sesso come le mutande fino al punto che la differenza fisica e tangibile uomo-donna non è più chiara nemmeno a chi fa le regole olimpiche.
100000 euro non bastano ad occultare la verità: non sono da accettare