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Mosca chiede all’ONU di condannare l’incursione ucraina: “Atto di terrorismo ai nostri confini”

11 Ago 2024 - Russia

La Russia avvia una campagna diplomatica all'ONU dopo l'offensiva ucraina a Kursk. Kiev respinge le accuse, ma l'uso delle armi occidentali solleva interrogativi sul ruolo dell'Occidente nel conflitto.

Mosca chiede all’ONU di condannare l’incursione ucraina: “Atto di terrorismo ai nostri confini”

L’invasione ucraina: una strategia per destabilizzare la Russia

Nelle ultime settimane, migliaia di soldati ucraini sono stati coinvolti in un’incursione transfrontaliera con l’obiettivo di destabilizzare la Russia, esponendo le debolezze del sistema difensivo russo. Questa operazione, descritta come una delle più grandi e di maggior successo da parte di Kiev, rappresenta una svolta significativa nel conflitto tra Ucraina e Russia. La mossa è stata rivelata da un alto funzionario ucraino, che ha confermato che l’obiettivo primario dell’offensiva è quello di estendere le posizioni nemiche, infliggere il massimo delle perdite e dimostrare l’incapacità della Russia di proteggere i propri confini.

L’invasione ha sorpreso il Cremlino, costringendo le forze russe a riorganizzarsi e a inviare riserve supplementari nella regione di Kursk, dove le truppe ucraine sono riuscite a penetrare diverse linee difensive. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel suo discorso serale, ha riconosciuto l’offensiva come parte della strategia di portare la guerra nel territorio dell’aggressore, sottolineando che l’operazione ha significativamente sollevato il morale dell’esercito e della società ucraina.

Il ruolo delle armi occidentali e le reazioni internazionali

Un aspetto particolarmente controverso di questa operazione riguarda l’uso di armi fornite dai paesi occidentali. Secondo fonti ucraine, i partner occidentali erano consapevoli dell’iniziativa e, sebbene non abbiano partecipato direttamente alla pianificazione, hanno avuto un ruolo indiretto grazie all’attiva fornitura di armamenti. Questo punto solleva interrogativi importanti sul coinvolgimento indiretto dell’Occidente nel conflitto e sulle possibili conseguenze di tali azioni.

La Casa Bianca ha dichiarato di aver chiesto chiarimenti all’Ucraina sugli obiettivi dell’incursione, ribadendo la politica degli Stati Uniti di scoraggiare attacchi all’interno della Russia. Tuttavia, queste dichiarazioni sembrano contrastare con l’effettivo utilizzo di armi occidentali nelle operazioni ucraine, gettando un’ombra sulla coerenza delle politiche occidentali nel conflitto.

La richiesta russa all’ONU: un tentativo di rovesciare la narrativa?

In risposta all’incursione, la Russia ha avviato una campagna diplomatica presso le Nazioni Unite, chiedendo una condanna formale dell'”attacco barbaro” ucraino e descrivendolo come un atto di terrorismo. La commissaria per i diritti umani russa, Tatyana Moskalkova, ha fatto appello all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, sostenendo che l’offensiva ha causato migliaia di feriti tra i civili e chiedendo misure per prevenire ulteriori violazioni dei diritti umani.

Questa richiesta russa apre un interrogativo cruciale: fino a che punto l’Ucraina può spingersi nelle sue operazioni offensive con il sostegno dell’Occidente, senza che questo comporti un ribaltamento della narrativa internazionale? Se da un lato Kiev sostiene di operare in conformità con il diritto internazionale, dall’altro la Russia tenta di sfruttare l’incidente per dipingere l’Ucraina come un aggressore, invertendo così le posizioni di vittima e carnefice sul palcoscenico globale.

Il futuro del conflitto: escalation o soluzione diplomatica?

L’operazione ucraina a Kursk e la conseguente reazione russa segnano un punto di svolta nel conflitto. Da una parte, l’Ucraina dimostra la sua capacità di colpire direttamente il territorio russo, sollevando dubbi sulla sicurezza delle frontiere russe e minacciando di allargare ulteriormente il conflitto. Dall’altra, la Russia potrebbe sfruttare questa incursione per giustificare una risposta militare più aggressiva, come un attacco missilistico su larga scala contro l’Ucraina.

La domanda che ora si pone è se l’Occidente continuerà a sostenere incondizionatamente l’Ucraina o se cercherà di moderare le sue azioni per evitare un’escalation incontrollata. La richiesta russa all’ONU potrebbe rappresentare un tentativo di creare una spaccatura all’interno della comunità internazionale e di ottenere un certo grado di legittimità per le proprie azioni future. Tuttavia, è improbabile che l’ONU condanni formalmente l’Ucraina senza mettere a rischio la già fragile alleanza occidentale.

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