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Anche a Torino scene di violenza dei pro Palestina

7 Ott 2024 - Italia

Bruciate bandiere, scontri con la polizia e cori contro leader politici. Da Nord a Sud, i cortei si trasformano in episodi di aggressione e tensione.

Anche a Torino scene di violenza dei pro Palestina

La violenza dei finti pacifisti: da Torino a Roma, un parallelismo tra due manifestazioni pro Palestina

Negli ultimi giorni, in diverse città italiane, si sono verificati episodi di violenza durante manifestazioni pro Palestina, dimostrando come spesso i cortei che si definiscono “pacifisti” siano invece teatro di atti estremi e aggressioni da parte di gruppi infiltrati.

Il caso di Torino: un corteo che degenera

A Torino, una manifestazione partita da piazza Castello e giunta in piazza Vittorio si è conclusa con scene di violenza: alcune bandiere di Israele sono state bruciate tra le fiamme di un falò improvvisato, simbolo di un’aggressività che poco si addice alla definizione di “pacifismo”. Durante la protesta sono state lanciate uova contro i giornalisti, colpendo un cineoperatore di Mediaset all’occhio. La polizia è intervenuta per soccorrere i feriti e contenere la situazione, che ha visto anche il lancio di petardi contro le forze dell’ordine. Sotto la sede della Rai, altri due agenti di polizia sono rimasti feriti dai disordini.

I manifestanti, armati di megafono, hanno dichiarato apertamente il loro sostegno alla “resistenza armata” del popolo palestinese, urlando slogan che incitavano alla lotta politica, culturale, e armata. Questi episodi hanno sottolineato come il contesto della manifestazione sia stato trasformato in un’esibizione di violenza e ostilità, contraddicendo le dichiarazioni di intenti pacifisti.

Roma: una violenza pianificata

In parallelo, la capitale ha vissuto anch’essa momenti di tensione durante una manifestazione pro Palestina il 5 ottobre. Nonostante il divieto imposto dalla questura di Roma per motivi di ordine pubblico, gruppi di violenti si sono infiltrati nel corteo, provocando scontri con le forze dell’ordine a piazzale Ostiense. Le autorità hanno risposto con idranti e lacrimogeni per disperdere la folla, cercando di mantenere l’ordine pubblico​(
Adnkronos
)​(
Sky TG24
).

Quattro persone sono state portate in questura, di cui due denunciate per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Le azioni degli infiltrati sono state definite premeditate dall’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, che ha denunciato come questi “professionisti del disordine” abbiano adottato tecniche di mimetizzazione tra i manifestanti per poi scatenare atti di violenza. Cori contro la Premier italiana Giorgia Meloni e contro il presidente israeliano Netanyahu hanno alimentato ulteriormente le tensioni, insieme alla presenza di bandiere di Palestina, Libano e anche di Hezbollah.

Un filo conduttore di violenza e strumentalizzazione

I due eventi di Torino e Roma mettono in luce un pattern preoccupante: gruppi estremisti, spesso affiliati a centri sociali o collettivi, sfruttano la causa palestinese per giustificare atti di violenza contro le forze dell’ordine e per diffondere messaggi di odio politico. Il finto pacifismo si svela così per quello che è: una maschera dietro cui si cela una violenza pianificata e orchestrata, che nulla ha a che fare con il diritto di manifestare in modo pacifico.

La solidarietà del governo e delle forze di polizia rimane costante, con il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha ringraziato gli agenti per la loro professionalità nell’affrontare queste situazioni di alta tensione. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso solidarietà alle forze dell’ordine aggredite e insultate, condannando con fermezza l’aggressività di coloro che usano ogni pretesto per sfogare la loro assurda violenza.

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