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Moldavia verso l’Europa: ballottaggio e referendum contestati

21 Ott 2024 - Europa

Le elezioni presidenziali del 20 ottobre 2024 e il referendum sull'adesione all'UE segnano una svolta storica per la Moldavia. Con Maia Sandu in vantaggio ma senza vittoria al primo turno, il Paese è profondamente diviso tra Europa e Russia.

Moldavia verso l’Europa: ballottaggio e referendum contestati

Le elezioni presidenziali e il referendum in Moldavia: una svolta storica

Il 20 ottobre 2024, la Moldavia ha affrontato una giornata elettorale decisiva con il doppio appuntamento delle elezioni presidenziali e del referendum costituzionale sull’adesione all’Unione Europea. Questi eventi rappresentano un momento cruciale per il futuro politico del Paese, diviso tra le ambizioni di integrazione europea e l’influenza russa ancora presente.

Un ballottaggio decisivo: Sandu in vantaggio

Le elezioni presidenziali, che non hanno prodotto un vincitore assoluto, condurranno a un ballottaggio il 3 novembre, con l’attuale presidente Maia Sandu in vantaggio ma senza raggiungere il 50% necessario per la vittoria immediata.

Al contempo, il referendum per includere l’adesione all’UE nella costituzione ha visto un risultato estremamente combattuto, con il “Sì” in leggero vantaggio, ma con margini talmente ridotti che i partiti filo-russi stanno contestando la validità del voto.

Le tensioni interne e le influenze esterne

L’elezione e il referendum riflettono una profonda spaccatura interna nel Paese. La regione separatista filo-russa della Transnistria e l’autonomia della Gagauzia, influenzate da oligarchi vicini al Cremlino, hanno giocato un ruolo destabilizzante nel processo elettorale.

La campagna referendaria è stata caratterizzata da accuse di corruzione e di interferenze straniere, soprattutto da parte di gruppi che sostengono un ritorno a legami più stretti con la Russia.

Il futuro europeo della Moldavia

Maia Sandu, sostenitrice di un futuro europeo per la Moldavia, ha sottolineato che l’integrazione nell’UE rappresenta non solo un’opportunità economica ma anche un fattore di stabilità geopolitica, soprattutto in un contesto dove la guerra in Ucraina ha reso più urgente il distacco dalla sfera d’influenza russa.

Se la Moldavia riuscisse a formalizzare l’adesione all’UE, questo consoliderebbe il suo percorso verso la stabilità energetica ed economica, riducendo la dipendenza da Mosca.

I rischi di nuove tensioni

Dall’altra parte, i partiti filo-russi, guidati dall’ex presidente Igor Dodon e dai socialisti, hanno boicottato il referendum, definendolo una minaccia per la sovranità nazionale e accusando il governo di manipolare i risultati per imporre un’agenda pro-occidentale.

Il rischio di nuove tensioni interne, soprattutto nelle aree più vicine alla Russia, resta alto.

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