Trump: “Non sono amico della Russia, io ho bloccato Nord Stream 2”
1 Nov 2024 - USA
A pochi giorni dalle elezioni, Trump respinge le accuse di simpatie filo-russe e rilancia un piano per la pace in Ucraina, ma Zelensky avverte: “No a compromessi territoriali”
Trump nega le accuse di simpatia filo-russa
Nel colloquio con Tucker Carlson, Trump ha rigettato fermamente l’etichetta di “amico della Russia”, un’accusa che gli è stata spesso rivolta dai suoi oppositori politici. “Dicono che sono un amico della Russia, dicono che ho lavorato per la Russia e che sono una spia russa. Questa gente è malata,” ha dichiarato l’ex presidente, difendendosi ricordando come la sua amministrazione abbia imposto sanzioni severe a Mosca e bloccato il gasdotto Nord Stream 2, progetto strategico per l’export di gas russo verso l’Europa. Tale affermazione mira a smantellare l’idea di un legame privilegiato tra Trump e Vladimir Putin, confermando invece la linea dura intrapresa dalla sua presidenza nei confronti di Mosca.
La proposta di Trump per la pace: un compromesso territoriale
A pochi giorni dal voto presidenziale, Trump è tornato a parlare del suo ruolo di potenziale pacificatore nella guerra in Ucraina. Sin dall’inizio della sua campagna, ha sostenuto che sarebbe in grado di porre fine al conflitto “prima ancora di insediarsi”, con un accordo in grado di soddisfare entrambe le parti. Secondo le fonti vicine al team dell’ex presidente, il suo piano include l’istituzione di uno “status speciale” per i territori ucraini attualmente occupati dalla Russia. L’idea è quella di creare una zona autonoma o semi-autonoma che, pur restando sotto influenza russa, abbia un regime giuridico distinto, una soluzione che ricorda alcuni accordi di compromesso in altre aree di conflitto.
Inoltre, Trump ha ipotizzato di bloccare il percorso d’integrazione dell’Ucraina nella NATO, una delle questioni più controverse tra Kiev e Mosca. La Russia considera infatti l’ingresso dell’Ucraina nell’alleanza atlantica come una minaccia alla propria sicurezza, e Trump sembra intenzionato a sfruttare questa leva per aprire un dialogo con Putin, puntando sulla prospettiva di un’Ucraina neutrale come condizione per la fine delle ostilità.
L’incontro tra Trump e Zelensky: un confronto di visioni
Durante il vertice NATO a luglio, Zelensky si è incontrato a New York con Trump in un faccia a faccia richiesto dal leader ucraino stesso. L’incontro, che ha visto momenti di forte contrasto, ha mostrato le profonde divergenze tra i due. Trump ha sottolineato il suo “ottimo rapporto con Putin”, una frase che non è passata inosservata a Zelensky. Quest’ultimo, per tutta risposta, ha dichiarato di sperare in una “relazione migliore” tra l’Ucraina e una futura amministrazione Trump, mettendo in chiaro che Kiev non accetterà mai alcuna cessione di territori, condizione che rende il piano di Trump quasi impossibile da attuare.
Il messaggio di Zelensky agli elettori americani e le implicazioni geopolitiche
Con l’avvicinarsi delle elezioni americane, Zelensky ha lanciato un messaggio chiaro e diretto: “Il prossimo presidente degli Stati Uniti può rafforzare o ridurre il sostegno all’Ucraina. Se tale sostegno si ridurrà, la Russia si impossesserà di altro territorio, impedendoci di vincere questa guerra.” Questo messaggio, indirizzato implicitamente a Trump, riflette la preoccupazione di Kiev per un potenziale cambio di rotta in politica estera. Zelensky ha ribadito che l’Ucraina non è interessata a compromessi territoriali ma è disposta a esplorare soluzioni diplomatiche che preservino l’integrità territoriale del Paese.
Questa posizione, però, potrebbe scontrarsi con una politica estera americana più pragmatica se Trump dovesse tornare alla Casa Bianca, con possibili tagli agli aiuti militari e un approccio di distensione verso Mosca, di cui Trump ha già dato qualche segnale in passato. Il voto americano, dunque, non influirà solo sulle dinamiche interne, ma avrà ripercussioni globali e definirà le alleanze e le strategie diplomatiche per i prossimi anni.