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Von der Leyen bis: una maggioranza storicamente fragile

28 Nov 2024 - Europa

Con 370 voti favorevoli, la nuova Commissione Europea ottiene il sostegno più basso di sempre. Divisioni interne nei gruppi parlamentari e il peso crescente della destra cambiano gli equilibri a Strasburgo.

Von der Leyen bis: una maggioranza storicamente fragile

Il Parlamento Europeo ha approvato la nuova Commissione Europea presieduta da Ursula von der Leyen con 370 voti favorevoli, 282 contrari e 36 astensioni su 688 votanti. Questo risultato rappresenta una maggioranza del 53,77% dei voti espressi e del 51,46% rispetto al totale dei membri dell’Aula (719), segnando la percentuale più bassa mai registrata per l’approvazione di una Commissione Europea. In confronto, nel novembre 2019, la prima Commissione von der Leyen aveva ottenuto 461 voti favorevoli.

Divisioni all’interno dei gruppi parlamentari

Il voto ha evidenziato profonde divisioni all’interno dei gruppi parlamentari europei. Il Partito Popolare Europeo (PPE) ha sostenuto in gran parte la Commissione, inclusi gli eurodeputati italiani di Forza Italia. Tuttavia, il Partido Popular spagnolo ha votato contro, in segno di protesta simbolica contro la nomina di Teresa Ribera come vicepresidente esecutiva.
Anche gli sloveni dell’SDS, il partito dell’ex premier Janez Janša, hanno espresso voto contrario.

Il gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) ha mostrato sostegno prevalente, compreso il Partito Democratico italiano, ma ha registrato 25 voti contrari e 18 astensioni. I Patrioti, tra cui la Lega e gli ungheresi di Fidesz, hanno votato compattamente contro, così come i membri della Sinistra (Left), inclusi gli italiani del Movimento 5 Stelle e di Alleanza Verdi e Sinistra. Il gruppo Renew Europe ha votato in maggioranza a favore, con sei astensioni. I Conservatori e Riformisti Europei (ECR) si sono divisi: Fratelli d’Italia, i belgi dell’N-VA e i cechi dell’ODS hanno votato a favore, mentre i polacchi del PiS hanno votato contro, con quattro astensioni. Anche i Verdi si sono spaccati, con 27 voti favorevoli e circa 20 contrari, tra cui gli italiani Ignazio Marino, Benedetta Scuderi e Leoluca Orlando. Sei membri del gruppo si sono astenuti.

Implicazioni per la politica italiana

In Italia, la maggioranza di governo ha mostrato divisioni: Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno votato a favore, mentre la Lega ha espresso voto contrario. Nell’opposizione, il Partito Democratico ha sostenuto la Commissione, ad eccezione di due indipendenti, mentre gli altri partiti hanno votato contro. I capodelegazione di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza, e del PD, Nicola Zingaretti, hanno minimizzato l’impatto politico di queste divergenze all’interno delle rispettive coalizioni.

La nomina di Raffaele Fitto (Fratelli d’Italia) a vicepresidente esecutivo della Commissione è stata interpretata come un tentativo di integrare l’ECR nella maggioranza europea, ma il risultato numerico del voto suggerisce che l’operazione non abbia portato a un ampliamento significativo del sostegno. Manfred Weber, leader del PPE, ha difeso la strategia, definendo AfD, Fidesz e il Rassemblement National come “nemici politici” e ribadendo l’impegno a proteggere l’Europa da influenze estremiste.

Il capodelegazione del PD, Nicola Zingaretti, ha sottolineato la presenza di circa 200 deputati di estrema destra nel Parlamento Europeo, evidenziando la necessità di una strategia unitaria per contrastare la loro influenza. Carlo Fidanza ha dichiarato che Fratelli d’Italia intende partecipare attivamente a ogni dossier, riconoscendo i cambiamenti numerici all’interno dell’Aula.

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