Stellantis-UE: 97 licenziamenti in Trasnova
6 Dic 2024 - Finanza
Fine della commessa Stellantis e licenziamenti per i lavoratori di Trasnova. Proteste contro le politiche europee che stanno penalizzando il settore automobilistico italiano.
Crisi Trasnova: 97 lavoratori a rischio, vittime delle politiche europee contro il settore automobilistico
La chiusura della commessa con Stellantis, prevista per il 31 dicembre 2024, segna un nuovo colpo devastante per il comparto logistico italiano. I 97 lavoratori di Trasnova, suddivisi tra gli stabilimenti di Pomigliano, Melfi, Cassino e Mirafiori, hanno ricevuto le lettere di licenziamento, alimentando un clima di tensione sociale che mette in luce le gravi conseguenze delle scelte politiche europee sul settore automobilistico.
Una transizione ecologica ideologica e disastrosa
Il vero responsabile di questa crisi non è solo Trasnova o Stellantis, ma un sistema imposto da Bruxelles che ha intrapreso una transizione ecologica irrealistica e dannosa. La scelta di puntare ciecamente sull’elettrico, senza garantire una transizione graduale e sostenibile, sta distruggendo intere filiere industriali. Mentre la UE insegue obiettivi ideologici, a pagare il prezzo sono i lavoratori e le famiglie italiane.
Schlein a Pomigliano: solidarietà o ipocrisia?
Alla protesta di Pomigliano, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha incontrato i lavoratori dichiarando: “Esprimo piena solidarietà e chiedo la proroga della commessa”. Tuttavia, le sue parole non possono cancellare la responsabilità politica del suo partito, che negli anni ha sostenuto quelle stesse normative europee che stanno mettendo in ginocchio l’industria italiana.
Fiom: “No agli ammortizzatori sociali, serve lavoro stabile”
I rappresentanti della Fiom hanno preso una posizione netta contro soluzioni transitorie come gli ammortizzatori sociali, ribadendo la necessità di garantire lavoro stabile per i dipendenti di Trasnova. Un appello che rischia di cadere nel vuoto se non ci sarà una revisione profonda delle politiche industriali.
Urso anticipa il tavolo ministeriale: ultime speranze per i lavoratori
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha anticipato al 10 dicembre il tavolo ministeriale dedicato alla vertenza. Saranno presenti Trasnova, Stellantis, sindacati e istituzioni locali. Un appuntamento cruciale, ma che non potrà risolvere il problema più ampio: l’assenza di una strategia industriale nazionale capace di opporsi alle folli imposizioni europee.
Stellantis: un’azienda sotto pressione europea
Stellantis ha motivato la decisione di non rinnovare il contratto con Trasnova con la necessità di internalizzare le attività per affrontare la transizione verso l’elettrico. L’azienda, tuttavia, agisce sotto il peso di politiche europee che la spingono a ristrutturazioni forzate, causando ricadute devastanti sull’occupazione. È evidente che Stellantis non opera in un contesto di libertà, ma subisce le conseguenze di un’agenda europea insostenibile.
Un settore in agonia: la UE deve cambiare rotta
La crisi di Trasnova è solo l’ultimo esempio di come l’industria automobilistica italiana stia pagando il prezzo delle politiche europee. Le imposizioni su emissioni, transizione elettrica e obiettivi climatici stanno distruggendo un settore che da sempre è il motore della nostra economia. Una transizione ecologica che non tenga conto delle realtà produttive locali si trasforma in una distruzione ecologica e sociale.
Un appello alla politica italiana: basta subire, serve una reazione
Di fronte a questa situazione, è necessario un cambio di passo. L’Italia deve tornare a essere protagonista delle sue scelte industriali, difendendo i propri lavoratori e la propria sovranità economica. La destra sociale ha il dovere di portare avanti una battaglia per un modello di sviluppo che metta al centro il lavoro e la dignità delle persone, opponendosi con forza a direttive europee che ci condannano al declino.