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Sala contro il PD: “La Salva Milano a rischio, vediamo che fanno in Senato”

15 Dic 2024 - Italia

Il sindaco di Milano lancia un ultimatum al suo partito sulla norma “Salva Milano”, che punta a sbloccare 150 cantieri. Dubbi e critiche anche all’interno della sinistra: rischio speculazione e urbanizzazione selvaggia.

Sala contro il PD: “La Salva Milano a rischio, vediamo che fanno in Senato”

La “Salva Milano” tra critiche e tensioni politiche: il sindaco Sala sfida il PD

La norma “Salva Milano” è al centro di uno scontro politico che non solo mette in crisi il Partito Democratico, ma solleva anche importanti interrogativi sul modello di sviluppo urbanistico della città e sulle conseguenze di provvedimenti di semplificazione edilizia. Il sindaco Giuseppe Sala, in evidente difficoltà, ha lanciato un monito al suo stesso partito, chiedendo un sostegno compatto in Senato: “Voglio vedere che posizione tiene il PD in Senato”, ha dichiarato, palesando il timore di una bocciatura del provvedimento o di modifiche che ne snaturerebbero gli obiettivi.

La norma, già approvata alla Camera, è attualmente in discussione al Senato. Sebbene presentata come una misura necessaria per sbloccare oltre 150 cantieri bloccati dalla Procura di Milano per presunti abusi edilizi, il disegno di legge ha sollevato numerose critiche sia da parte di altri sindaci del centrosinistra, come Matteo Lepore di Bologna, sia da ambienti tecnici e giuridici preoccupati per le implicazioni sul piano urbanistico e legale.

Cos’è la norma “Salva Milano”?

La “Salva Milano” prevede una semplificazione delle procedure edilizie per i progetti su aree già urbanizzate, eliminando l’obbligo di approvazione preventiva di piani particolareggiati o lottizzazioni convenzionate. In pratica, i costruttori potranno procedere con interventi di demolizione e ricostruzione, anche ampliando volumi e altezze, attraverso una semplice Segnalazione Certificata di Inizio Attività (Scia), bypassando gran parte delle autorizzazioni comunali.

L’obiettivo dichiarato è duplice: da un lato sbloccare investimenti per circa 12 miliardi di euro, dall’altro ridare slancio all’economia milanese. Tuttavia, questa semplificazione, salutata da alcuni come un esempio di snellimento burocratico, viene accusata di favorire la speculazione edilizia e di compromettere i piani regolatori locali, esponendo le città italiane a un rischio di sviluppo disordinato.

Critiche e perplessità: una norma a favore della speculazione?

La norma ha diviso il Partito Democratico. Alcuni parlamentari temono che questa misura possa aprire la strada a interventi edilizi che privilegiano l’interesse di pochi costruttori rispetto alla tutela dell’interesse pubblico e delle comunità locali. Tra i critici spicca il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha definito la “Salva Milano” come un provvedimento “inaccettabile”, evidenziando il pericolo di una deregulation edilizia.

Anche sul fronte politico, il centrodestra ha messo in discussione l’efficacia e la trasparenza del provvedimento. Sebbene l’idea di sbloccare cantieri sia condivisibile in linea di principio, si evidenzia come questo disegno di legge nasca per rispondere a problematiche specifiche del Comune di Milano, gestito dalla sinistra, senza affrontare il problema strutturale delle normative urbanistiche nazionali. Il timore è che si tratti di un provvedimento ad hoc per risolvere i problemi creati dalla gestione della giunta Sala, la cui politica di investimenti ha generato incertezza e paralisi.

Il centrodestra e la sfida della pianificazione urbana

Il caso “Salva Milano” rappresenta una straordinaria opportunità per il centrodestra di proporre una visione alternativa basata su una pianificazione urbanistica seria e una gestione del territorio rispettosa dell’equilibrio tra sviluppo e sostenibilità. Milano, che dovrebbe essere un esempio di efficienza amministrativa e autonomia finanziaria, si trova ora a dipendere da misure straordinarie per correggere errori del passato e rilanciare l’economia.

Una vera politica urbanistica non può prescindere da regole chiare e certezza del diritto, ma nemmeno da un controllo rigoroso sull’impatto sociale e ambientale degli interventi edilizi. Il centrodestra potrebbe quindi cogliere l’occasione per proporre riforme strutturali che superino il modello emergenziale della “Salva Milano”, restituendo centralità alla pianificazione locale e responsabilizzando le amministrazioni nella gestione del territorio.

Un test cruciale per il PD e per la sinistra

Il dibattito sulla “Salva Milano” mette in crisi il Partito Democratico, diviso tra la necessità di sostenere un provvedimento che potrebbe rilanciare Milano e le critiche interne di chi teme le ripercussioni su scala nazionale. Sala, con il suo ultimatum, ha voluto forzare la mano al suo stesso partito, evidenziando come la sinistra stia perdendo la capacità di governare le città senza interventi di salvataggio.

L’esito del voto in Senato sarà dunque decisivo non solo per Milano, ma per il futuro politico del centrosinistra, sempre più incapace di trovare un equilibrio tra le sue anime. Per il centrodestra, invece, questa è l’occasione per mettere a nudo i fallimenti di una gestione ideologica e proporre una strategia di sviluppo fondata su visione, concretezza e rispetto delle regole.

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