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Papa Francesco: “Il consumismo ci rende infelici e insoddisfatti”

16 Dic 2024 - Italia

Il Pontefice ad Ajaccio denuncia i mali spirituali del nostro tempo: angoscia, tristezza e delusione. "La vera felicità nasce dal dono e dalla solidarietà".

Papa Francesco: “Il consumismo ci rende infelici e insoddisfatti”

Papa Francesco contro i mali del consumismo: un monito per la società

Durante la messa celebrata il 15 dicembre 2024 su Place d’Austerlitz ad Ajaccio, Papa Francesco ha lanciato un accorato appello contro i mali del nostro tempo: angoscia, tristezza e delusione. In una società sempre più consumistica, queste problematiche spirituali sembrano diffondersi senza sosta, mettendo a rischio la coesione sociale e la serenità individuale.

Il consumismo come radice dell’insoddisfazione

Il Pontefice ha sottolineato come il consumismo sia una delle cause principali di questi mali, descrivendo uno scenario tristemente quotidiano: “A Roma vedo in questi giorni tanta gente per la strada che va a fare spese, spese, spese. Una società che vive di consumismo invecchia insoddisfatta, perché non sa donare”. Un’affermazione che richiama l’attenzione sulla necessità di riscoprire valori autentici, come la condivisione e il sacrificio per il bene comune, per contrastare il vuoto esistenziale che accompagna l’accumulo di beni materiali.

La felicità nasce dalla condivisione

Il messaggio del Santo Padre è chiaro: la felicità non può essere trovata nel possesso, ma nel dono. “Chi vive per se stesso non sarà mai felice. Chi non ha le mani per condividere, aiutare, non sarà mai felice”, ha detto Bergoglio. Questo richiamo alla solidarietà e al senso comunitario risuona particolarmente forte in un’epoca in cui l’individualismo sembra prevalere su tutto, minacciando le fondamenta stesse del vivere civile.

La fede come risposta alla crisi morale

Le parole di Papa Francesco sono state accolte e amplificate dall’arcivescovo di Ajaccio, François-Xavier Bustillo, che ha sottolineato l’importanza di una fede matura e responsabile come antidoto alla disperazione. “La nostra fede, se è adulta, matura e responsabile, ci solleva dalla tristezza e dalla disperazione. Una fede solida ci libera dalla tentazione di sprofondare nel fatalismo”, ha affermato. L’arcivescovo ha ribadito come il cristianesimo possa rappresentare un’ancora di salvezza in un mondo che spesso appare senza speranza.

Un invito alla speranza e alla tradizione

Nel suo saluto conclusivo, Papa Francesco ha ringraziato la comunità corsa per l’accoglienza calorosa, lodandone le tradizioni come un patrimonio da custodire e coltivare. Tuttavia, ha messo in guardia contro il rischio di chiudersi in se stessi, invitando a fare delle tradizioni un ponte verso gli altri: “Le vostre tradizioni sono una ricchezza da custodire e coltivare, ma mai per isolarvi. Avanti con l’incontro e la condivisione”.

Il Santo Padre ha poi esortato a prestare particolare attenzione a chi soffre, ricordando che il Natale è un momento di vicinanza e solidarietà: “Siate vicini ai vecchi, agli ammalati e alle persone sole, con il cuore, i gesti e l’aiuto. La Madonna doni speranza a chi soffre”.

Un messaggio che interpella tutti

Le parole di Papa Francesco non sono solo un monito spirituale, ma anche un richiamo politico e sociale. In un mondo sempre più frammentato, il consumismo appare come una forza corrosiva che indebolisce il senso di appartenenza e di responsabilità collettiva. Un messaggio che trova una naturale risonanza in chi promuove il recupero della solidarietà, della giustizia e della difesa delle tradizioni come elementi fondamentali per la rinascita di una società più equa e fraterna.

Questo discorso, tanto semplice quanto potente, ci ricorda che la vera ricchezza non sta nell’avere, ma nell’essere: un insegnamento universale che il cristianesimo, da secoli, si sforza di tramandare.

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