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Salvini assolto nel processo Open Arms: “Difendere i confini non è un crimine”

21 Dic 2024 - 1, Italia

Il Tribunale di Palermo ha assolto Matteo Salvini dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Una sentenza che rafforza il diritto alla difesa della sovranità nazionale e contro l’immigrazione illegale.

Salvini assolto nel processo Open Arms: “Difendere i confini non è un crimine”

Una vittoria della giustizia e del buon senso

Il 20 dicembre 2024, il Tribunale di Palermo ha assolto Matteo Salvini, vicepremier e ministro dei Trasporti, dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. La sentenza, pronunciata dopo otto ore di camera di consiglio, ha stabilito che “il fatto non sussiste”, sancendo l’assoluzione piena per Salvini.

L’esito del processo è stato accolto con un lungo applauso in aula da parte di sostenitori, parlamentari e dalla compagna Francesca Verdini, che ha abbracciato il leader della Lega. A Roma, alla ripresa dei lavori alla Camera, l’annuncio della sentenza è stato accompagnato da un’altra ovazione, segno della forte solidarietà politica e popolare verso Salvini.

Il caso Open Arms: difesa della patria o reato?

I fatti risalgono all’agosto del 2019, quando Salvini, allora ministro dell’Interno, bloccò per 19 giorni lo sbarco di 147 migranti, tra cui 27 minori, soccorsi dalla ONG spagnola Open Arms. L’obiettivo era chiaro: fermare l’immigrazione illegale e proteggere i confini italiani, in linea con il mandato ricevuto dagli elettori.

Nonostante la richiesta dell’accusa di sei anni di carcere, il tribunale ha riconosciuto che non si trattava di un atto criminale, ma di una decisione politica volta a difendere la sovranità nazionale.

Le parole di Salvini dopo l’assoluzione

Subito dopo il verdetto, Matteo Salvini ha commentato con soddisfazione:

“Sono felice. Dopo tre anni ha vinto il buon senso, ha vinto la Lega, ha vinto l’Italia. Difendere i confini, combattere scafisti e ONG straniere, e proteggere i nostri figli non è un reato, ma un diritto. Vado avanti ancora più determinato di prima.”

Salvini ha poi espresso gratitudine verso l’avvocato Giulia Bongiorno e il suo team legale, sottolineando che la sentenza rappresenta una vittoria non solo personale, ma di un’intera visione di Paese.

Giulia Bongiorno: “Una sentenza piena”

L’avvocato Giulia Bongiorno ha ribadito l’importanza della decisione:

“Non si tratta di una sentenza ambigua o con dubbi. È stata scelta la formula assolutoria più forte. È una vittoria contro chi specula sui migranti, non contro i migranti stessi.”

Bongiorno ha aggiunto che il processo ha dimostrato come le decisioni politiche, prese nell’interesse nazionale, non possano essere criminalizzate.

Meloni: “Difendere i confini non è un crimine”

Anche la premier Giorgia Meloni ha espresso soddisfazione sui social:

“Difendere i confini italiani non può essere mai un crimine. Una grande notizia l’assoluzione di Matteo Salvini. Proseguiamo insieme, con tenacia e determinazione, per combattere l’immigrazione illegale, il traffico di esseri umani e difendere la sovranità nazionale.”

Un messaggio che rafforza l’unità della coalizione di governo su uno dei temi più caldi della politica italiana.

La reazione di Open Arms

Di fronte alla sentenza, Open Arms ha dichiarato di voler valutare un possibile ricorso in appello, sottolineando di attendere le motivazioni ufficiali della decisione.

Il fondatore della ONG, Oscar Camps, ha parlato di “tristezza” per le persone che sarebbero state private della libertà, mentre il legale di parte civile Michele Calantropo ha anticipato l’intenzione di approfondire il dispositivo per decidere il da farsi.

Una sentenza destinata a segnare la politica italiana

La decisione del tribunale di Palermo non è solo una vittoria per Matteo Salvini, ma rappresenta un punto fermo nella difesa della legalità e della sovranità nazionale.

La vicenda Open Arms ha evidenziato il conflitto tra il rispetto delle regole e le pressioni delle ONG che, spesso, sfidano apertamente le leggi italiane. Con questa sentenza, il principio della difesa dei confini esce rafforzato, aprendo la strada a una politica migratoria più ferma e determinata.

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