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Gaza, Haaretz denuncia crimini di guerra IDF: testimonianze scioccanti

26 Dic 2024 - Medio Oriente

Un'inchiesta di Haaretz svela abusi e violenze commessi dai soldati israeliani durante le operazioni a Gaza. Tra distruzioni deliberate, sparatorie indiscriminate e trattamento degradante dei civili, emerge un quadro inquietante che solleva interrogativi sul rispetto del diritto internazionale.

Gaza, Haaretz denuncia crimini di guerra IDF: testimonianze scioccanti

Le testimonianze scioccanti raccolte da Haaretz

Nell’articolo pubblicato su Haaretz.com, emergono dettagli inquietanti sulle azioni dei soldati israeliani durante le operazioni a Gaza. Le testimonianze riportate rivelano episodi che mettono in discussione il rispetto delle regole di ingaggio e del diritto internazionale umanitario.

La distruzione deliberata delle abitazioni

Uno degli esempi citati riguarda la distruzione sistematica di case palestinesi. Un soldato ha dichiarato di aver ricevuto ordini impliciti di devastare le abitazioni anche senza una necessità strategica evidente. Secondo la testimonianza, l’obiettivo non era solo quello di eliminare eventuali minacce, ma anche di “punire” la popolazione locale e instillare un senso di terrore.

Il trattamento degradante dei civili

Un altro episodio descrive come alcuni civili siano stati costretti a fungere da scudi umani durante le incursioni. Soldati intervistati ammettono di aver fatto irruzione nelle abitazioni e di aver intimidito famiglie inermi, spesso trattando uomini, donne e bambini come bersagli psicologici per esercitare pressione e paura.

Sparatorie indiscriminate

Un racconto particolarmente allarmante riguarda un soldato che ha confessato di aver sparato senza discriminazione verso edifici residenziali, affermando che la linea guida non fosse tanto quella di colpire combattenti armati, ma piuttosto di imporre un “dominio psicologico” attraverso il fuoco incessante.

Il senso di onnipotenza: “Come se fossimo dèi”

Molti dei soldati intervistati parlano di una sensazione di totale controllo e invulnerabilità, descritta come una sorta di “divinità sul campo”. Questa mentalità, alimentata dal contesto di guerra e dalla cultura militare, ha portato alcuni di loro a giustificare azioni che in tempo di pace sarebbero considerate inaccettabili.

La mancanza di conseguenze

Infine, uno degli aspetti più sconcertanti messi in evidenza è l’assenza di reali conseguenze disciplinari per questi atti. I soldati hanno riferito di non aver temuto ripercussioni, poiché l’ambiente operativo e la catena di comando avrebbero tollerato – e talvolta persino incoraggiato – comportamenti al limite della legalità.

Una riflessione necessaria

Queste testimonianze gettano un’ombra sul comportamento delle forze israeliane, spingendo a interrogarsi sulla responsabilità morale e politica di simili azioni. Sebbene Israele si difenda sostenendo la necessità di operazioni mirate contro Hamas, questo reportage solleva dubbi profondi sulle modalità operative adottate e sulle conseguenze a lungo termine di tali strategie.

Per leggere l’intero articolo e approfondire ulteriormente, è possibile consultare la fonte originale su Haaretz qui.

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