Rutte invoca una “mentalità da guerra”: escalation NATO verso Mosca
16 Gen 2025 - Geopolitica
Il Segretario Generale della NATO sollecita maggiori spese militari e prepara l'Alleanza a un confronto di lungo termine con la Russia. Ma a quale costo per l’Europa?
Mark Rutte: la NATO si prepara a una “mentalità da tempo di guerra”
Nel suo primo discorso importante come Segretario Generale della NATO, Mark Rutte ha lanciato un appello ai Paesi membri affinché adottino una “mentalità da tempo di guerra” per affrontare le crescenti minacce provenienti dalla Russia. Le dichiarazioni di Rutte, pronunciate durante il Comitato militare dell’Alleanza tenutosi a Bruxelles, delineano un’agenda che richiede un ulteriore aumento della spesa militare e una maggiore prontezza operativa.
Un nuovo scenario di tensione
Secondo Rutte, la Russia sarebbe impegnata in un confronto di lungo termine con l’Ucraina e, indirettamente, con l’Alleanza Atlantica. Il Segretario Generale ha descritto l’attuale scenario geopolitico come il più pericoloso degli ultimi decenni, un’affermazione che lascia intendere un aumento dell’escalation militare e delle tensioni. Tuttavia, è lecito interrogarsi se questa narrazione non contribuisca ad alimentare ulteriormente una spirale di armamenti piuttosto che promuovere un autentico dialogo diplomatico.
La corsa agli armamenti: ritorno alla Guerra Fredda?
Rutte ha sottolineato che l’attuale obiettivo di spesa per la difesa fissato al 2% del PIL potrebbe non bastare e ha suggerito un incremento al 3%. Una proposta che richiama lo spettro della Guerra Fredda, con un’Europa spinta a militarizzarsi sempre di più sotto la pressione delle strategie atlantiche. Questo approccio non può che sollevare dubbi: il vero obiettivo è garantire la sicurezza o soddisfare gli interessi economici del complesso militare-industriale?
La retorica dell’unità e i rischi di dipendenza
Rutte ha poi insistito sull’importanza della “sicurezza collettiva” e della collaborazione tra i membri NATO e gli alleati globali, ma questa retorica di unità cela la realtà di un’Europa sempre più dipendente dalle decisioni di Washington. La necessità di “mettere il turbo” alla spesa militare rischia di vincolare ulteriormente i Paesi europei a una visione strategica dettata dagli Stati Uniti, rendendo difficile una politica estera autonoma per il Vecchio Continente.
L’ombra degli interessi americani
L’appello di Rutte arriva a pochi mesi dall’insediamento del Presidente Donald Trump, che in passato aveva criticato l’inefficacia della NATO e i bassi livelli di spesa militare dei Paesi europei. È evidente come la pressione americana stia spingendo l’Alleanza a un ulteriore rafforzamento militare, nonostante le perplessità di diversi Paesi membri che vorrebbero un approccio più equilibrato e meno interventista.
Un futuro incerto
Il Segretario Generale ha concluso il suo discorso ribadendo l’importanza di sostenere l’Ucraina, definendo la vittoria di Kiev cruciale per la sicurezza europea. Tuttavia, questa visione si scontra con la realtà di una guerra che sembra sempre più destinata a trascinarsi nel tempo, alimentando sofferenze e instabilità. Mentre la NATO punta a rafforzare le sue difese, resta il dubbio se questa strategia stia effettivamente portando sicurezza o stia invece contribuendo a una pericolosa escalation globale.