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Manifesto di Ventotene: il sogno comunista che vogliono imporci

17 Mar 2025 - Approfondimenti Politici

Sabato a Roma, folla in piazza per esaltare il Manifesto di Ventotene, il testo che sogna un’Europa senza Nazioni e senza sovranità. Ma dietro il mito, si nasconde un’utopia socialista che cancella le identità e rafforza la tecnocrazia.

Manifesto di Ventotene: il sogno comunista che vogliono imporci

Sabato, una folla è scesa in piazza a Roma per celebrare il Manifesto di Ventotene, sventolando con entusiasmo un testo che affonda le sue radici nell’ideologia comunista e che ha come obiettivo la cancellazione delle Nazioni. Un delirio mondialista e burocratico, riproposto nel 2025 come se fosse la grande soluzione per l’Europa, quando in realtà è solo un vecchio progetto fallimentare, degno di essere archiviato insieme ai totalitarismi del secolo scorso.

Ventotene: il sogno di un’Europa senza Nazioni

Il Manifesto di Ventotene non è altro che un attacco frontale alle Patrie, dipinte come il male assoluto e la causa di ogni guerra. Secondo questa visione distorta, la soluzione sarebbe cancellare le sovranità nazionali e affidare tutto il potere a un’entità sovranazionale tecnocratica. In pratica, un Superstato europeo governato da burocrati senza volto, senza alcun legame con i popoli e le loro identità.

Un’utopia comunista sotto una nuova veste

Non si tratta solo di politica, ma anche di economia. Il Manifesto promuove la fine della proprietà privata e la centralizzazione dell’economia, con lo Stato che controlla tutti i settori strategici. È la riproposizione del modello socialista fallito, quello che ha ridotto in miseria milioni di persone ovunque sia stato applicato. Eppure, c’è ancora chi lo esalta, come se non avessimo imparato nulla dal passato.

Il futuro non è un’Europa di burocrati, ma un’Europa delle Patrie

Se il futuro che questi nostalgici propongono è un’Europa senza radici, senza identità e senza libertà, lo respingiamo con forza. L’Europa vera è quella delle Nazioni, dei popoli sovrani, delle tradizioni che rendono unico ogni Stato. Non vogliamo un superstato tecnocratico che impone leggi calate dall’alto, ma una Confederazione di Nazioni libere, che collaborano nel rispetto delle proprie diversità.

Se vogliono il loro sogno socialista, se lo tengano

Sabato, in piazza, si è vista la celebrazione di un’utopia vecchia, che non appartiene al presente né al futuro dell’Europa. Se vogliono una società in cui le Patrie scompaiono, l’economia è centralizzata e le decisioni sono prese da un’élite senza volto, se lo tengano. Noi, invece, difendiamo le Nazioni, la libertà e la sovranità. Perché l’Europa che vogliamo è l’Europa delle Patrie, non l’Europa dei burocrati.

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