Israele riprende la guerra: via all’operazione ‘Forza e Spada’
18 Mar 2025 - Medio Oriente
Dopo il fallimento della tregua e il rifiuto di Hamas di liberare gli ostaggi, Netanyahu ordina nuovi raid su Gaza. Oltre 350 morti, tra cui il ministro dell'Interno di Hamas. Washington sostiene Israele, mentre gli Houthi minacciano escalation.

La strategia di Israele: attacco totale per smantellare Hamas
Israele ha ripreso i bombardamenti sulla Striscia di Gaza con una nuova e massiccia operazione militare denominata ‘Forza e Spada’, su ordine diretto del primo ministro Benjamin Netanyahu. La decisione arriva dopo il fallimento delle trattative per estendere il cessate il fuoco e il rifiuto di Hamas di rilasciare gli ostaggi israeliani ancora trattenuti nell’enclave palestinese.
Il bilancio dei raid è già drammatico: secondo fonti mediche locali, le vittime sarebbero almeno 356, con un numero significativo di donne e bambini. Netanyahu ha dichiarato che l’offensiva andrà avanti fino a quando gli obiettivi israeliani non saranno stati raggiunti.
Il ministro della Difesa Israel Katz ha confermato che l’azione militare si concentrerà sulla distruzione delle capacità operative e governative di Hamas, colpevole non solo di aver rifiutato ogni proposta diplomatica ma anche di aver sabotato le possibilità di un rilascio graduale degli ostaggi. Israele non tratterà con un’organizzazione terroristica che ha più volte dimostrato di voler sfruttare le tregue per riorganizzarsi militarmente.
Evacuazioni forzate e attacco coordinato
Parallelamente, l’IDF ha ordinato lo sgombero immediato di diverse aree della Striscia, tra cui Beit Hanoun, Khirbet Khuza’a, Abasan al-Kabira e Abasan al-Jadida, in preparazione di un’offensiva di terra. I civili sono stati invitati a rifugiarsi nelle zone occidentali di Gaza City o a Khan Younis, per evitare di essere coinvolti nei combattimenti.
La strategia di evacuazione dimostra la volontà di Israele di minimizzare le perdite civili, una preoccupazione che invece non sembra toccare Hamas, il quale da anni utilizza la popolazione come scudo umano, posizionando i propri arsenali nei pressi di scuole, ospedali e quartieri residenziali.
La risposta di Hamas: attacco mediatico e manipolazione della narrativa
Come da copione, Hamas ha risposto con una campagna di propaganda volta a screditare Israele sul piano internazionale. Il movimento ha accusato Netanyahu di aver “condannato a morte gli ostaggi” e di aver usato la guerra come “una scialuppa di salvataggio” per risolvere le tensioni interne al governo israeliano. Ma queste dichiarazioni appaiono per quello che sono: un tentativo disperato di invertire la realtà e di far dimenticare il ruolo centrale di Hamas nell’aver fatto naufragare ogni tentativo di negoziato.
Il sostegno di Washington e la posizione dell’amministrazione Trump
Israele non è solo in questa guerra. La Casa Bianca ha confermato che l’amministrazione Trump era stata consultata prima della ripresa dei raid. Brian Hughes, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, ha ribadito che Hamas aveva la possibilità di evitare la guerra semplicemente liberando gli ostaggi, ma ha scelto di continuare il conflitto.
Dichiarazioni ancora più incisive sono arrivate dalla portavoce presidenziale Karoline Leavitt, che in un’intervista a Fox News ha avvertito: “Hamas, gli Houthi, l’Iran e chiunque tenti di terrorizzare Israele e gli Stati Uniti pagherà un prezzo. Si scatenerà l’inferno”.
Queste parole confermano che Israele ha il pieno sostegno di Washington nel suo obiettivo di smantellare Hamas e garantire la sicurezza del proprio popolo.
Minaccia Houthi e rischio escalation regionale
Non sorprende che la ripresa delle ostilità abbia riacceso la retorica bellicista degli Houthi dello Yemen, gruppo terroristico finanziato e armato dall’Iran. Il Consiglio politico supremo degli Houthi ha condannato gli attacchi israeliani e promesso di intensificare il sostegno a Gaza. Una minaccia da non sottovalutare, considerando che gli Houthi hanno già dimostrato di poter colpire obiettivi strategici nel Mar Rosso.
Conclusione: Israele non può fermarsi ora
Con questa operazione militare, Israele sta ristabilendo la sua posizione strategica e dimostrando che non si piegherà al ricatto di Hamas. L’obiettivo finale è chiaro: riportare a casa tutti gli ostaggi e neutralizzare la minaccia terroristica che ha reso insicuro il confine meridionale dello Stato ebraico.
Hamas ha giocato male le sue carte: ha creduto che Israele avrebbe esitato, che la pressione internazionale avrebbe bloccato la reazione militare. Ma ha sottovalutato la determinazione di Netanyahu e la ferrea volontà di un Paese che non ha alcuna intenzione di permettere che il terrorismo islamista detti le condizioni della sua sicurezza.
#Palestina
#Israele rompe la tregua e riprende a bombardare #Gaza.
Si calcolano almeno 342 morti nei bombardamenti di questa notte, tra cui diversi bambini pic.twitter.com/BpdAyvgkFp
— Il Politico Web (@ilpolitico_web) March 18, 2025