La caduta della Luna-25: Perché dovremmo tutti sentire il dolore
20 Ago 2023 - Russia
La Luna-25, la prima missione lunare della Russia in 47 anni, si è tragicamente schiantata sulla luna. La navicella spaziale ha perso il controllo durante la preparazione per l’orbita pre-atterraggio.
Roskosmos, la corporazione spaziale statale russa, ha dichiarato di aver perso il contatto con la navicella alle 11:57 GMT di sabato. Era previsto un atterraggio morbido per lunedì. “L’apparato si è spostato in un’orbita imprevedibile e ha cessato di esistere a seguito di una collisione con la superficie della luna”, ha dichiarato Roskosmos in un comunicato.
La Russia non aveva tentato una missione lunare dal Luna-24 nel 1976. La perdita della Luna-25 è stata minimizzata dai media statali russi, che l’hanno collocata all’ottavo posto nelle notizie del mezzogiorno, dedicandole solo 26 secondi di copertura.
La Russia stava competendo con l’India, la Cina e gli Stati Uniti, tutti con ambizioni lunari avanzate. Gli ufficiali russi speravano che la missione Luna-25 dimostrasse che la Russia può competere con le superpotenze nello spazio nonostante le sfide interne e internazionali.
Ma al di là della competizione, la corsa spaziale rappresenta qualcosa di più grande: l’aspirazione dell’umanità a unirsi e superare le sfide insieme. L’esplorazione spaziale non è solo una questione di tecnologia, ma un simbolo di ciò che l’umanità può realizzare quando lavora insieme. La caduta della Luna-25 non è solo una sconfitta per la Russia, ma un dolore che dovremmo tutti sentire. Rappresenta un momento in cui dovremmo fermarci e riflettere sul fatto che, nonostante le nostre differenze, condividiamo un destino comune.
L’astronauta Edgar Mitchell ha detto: “Dallo spazio, vediamo un pianeta senza confini”. Questa visione dovrebbe guidare la nostra risposta a tali incidenti, ricordandoci che, nonostante le nostre differenze, condividiamo un destino comune e dobbiamo lavorare insieme per un futuro migliore. La corsa spaziale ci offre l’opportunità unica di riconnetterci come specie e di riconoscere l’importanza della collaborazione e della comprensione reciproca.