Il Meeting di Rimini 2023: Oltre la Fede, un Crocevia di Potere e Cultura
26 Ago 2023 - Approfondimenti Politici
Nel vasto panorama dei movimenti religiosi, Comunione e Liberazione (CL) è spesso emerso come una delle realtà cattoliche più influenti e presenti nel dibattito pubblico italiano. Il Meeting di Rimini, con la sua carrellata di ospiti illustri e l’ampio ventaglio di temi trattati, non fa che confermare questa percezione. Ma oltre all’importanza religiosa e culturale, un’analisi più profonda svela una struttura di potere e una rete di influenze che alcuni non esitano a paragonare, in maniera critica e provocatoria, a una sorta di “massoneria” cattolica.
Non si tratta, ovviamente, di una vera e propria massoneria nel senso tradizionale del termine, ma il riferimento simbolico serve a sottolineare l’incredibile capacità di CL di tessere relazioni, creare legami e influenzare diversi settori della società, dalla politica all’economia, dall’istruzione alla cultura. Proprio come le logge massoniche sono spesso viste (o mitizzate) come luoghi di potere e decisione dietro le quinte, così Comunione e Liberazione, attraverso eventi come il Meeting di Rimini, riesce a catalizzare l’attenzione di esponenti di primo piano della politica, dell’economia e della Chiesa.
Questo intreccio tra spiritualità e potere ha sollevato non poche polemiche e sospetti. Da un lato, c’è chi vede in CL un movimento genuinamente interessato a promuovere valori cristiani nella società contemporanea; dall’altro, c’è chi, osservando la frequente presenza di membri del movimento in posti chiave delle istituzioni, sospetta che dietro l’azione evangelica ci sia una ben orchestrata strategia di potere.
Il Meeting di Rimini, in questo contesto, può essere visto come l’epicentro di questa rete di influenze: un luogo dove la fede si mescola con la politica, dove la preghiera si coniuga con il dibattito pubblico, e dove, inevitabilmente, il potere spirituale e temporale si incontrano e si scontrano.
Numerosi sono stati gli ospiti illustri che hanno onorato con la loro presenza questa edizione: dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’ex presidente del Consiglio Mario Draghi; dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti al presidente della CEI cardinale Matteo Zuppi; dal segretario generale della NATO Jens Stoltenberg al premio Nobel per la pace Muhammad Yunus, solo per citarne alcuni.
L’attenzione rivolta alla pandemia da Covid-19 e alle sue ripercussioni ha occupato un posto centrale nel dibattito. Il presidente Draghi ha evidenziato l’importanza della vaccinazione e difeso le scelte del governo riguardo al green pass e all’obbligo vaccinale per determinate categorie professionali. Allo stesso modo, il ministro Giorgetti ha delineato le sfide e le prospettive della manovra economica italiana.
Ma Rimini non è stato solo luogo di confronto politico ed economico. La cultura e la testimonianza di vita sono state protagoniste con mostre, come quella dedicata a Dorothy Day, rappresentazioni teatrali come “Il processo” di Franz Kafka e testimonianze toccanti come quella di Nadia Murad.
Il leitmotiv dell’edizione 2023 è stata l’amicizia, descritta come una forza vitale, generatrice di speranza e solidarietà. Il cardinale Zuppi, nella sua omelia, ha sottolineato che “l’amicizia è una scelta che cambia la vita” e ha posto l’accento sulla sua natura gratuita. A concludere, le parole del presidente Mattarella hanno elogiato il Meeting come luogo di autentica amicizia e di inclusione.
Mentre gli adepti di CL vedono nel Meeting una manifestazione del loro desiderio di “presenza” nel mondo, i critici vedono una dimostrazione del desiderio del movimento di esercitare un’influenza, a volte sottile e a volte più manifesta, sulle leve del potere. In entrambi i casi, il Meeting di Rimini resta uno degli eventi più attesi e discussi dell’anno, una vetrina che mostra, in tutta la sua complessità, il rapporto tra fede e potere nella società contemporanea.