Violente repressioni in Iran durante le commemorazioni per Mahsa Amini: arresti e scontri a Teheran
16 Set 2023 - Mondo
Le forze di sicurezza in Iran hanno aperto il fuoco su un gruppo di manifestanti a Teheran durante il primo anniversario della morte di Mahsa Amini, una giovane che era deceduta dopo essere stata detenuta per non aver indossato il velo correttamente.
Questa notizia è stata diffusa attraverso video pubblicati sui social media. Alcuni manifestanti sono stati arrestati nelle vicinanze dell’Università di Teheran e di piazza Azadi, a Teheran. Gli agenti hanno anche impedito l’accesso ai cimiteri dove sono sepolti i manifestanti uccisi negli scontri delle proteste dell’anno precedente.
Amjad Amini, il padre di Mahsa, è stato arrestato mentre lasciava la sua casa a Saqqez. Questa informazione è stata condivisa dall’ONG ‘Hengaw’ e da vari account di dissidenti iraniani sui social media. Nei giorni precedenti, in vista dell’anniversario della morte di sua figlia e delle proteste antigovernative che si sono verificate dopo la sua morte, Amjad Amini era stato messo sotto sorveglianza e gli era stato chiesto di non organizzare cerimonie in memoria di Mahsa.
Dopo essere stato inizialmente arrestato, l’uomo è stato rilasciato ma successivamente è stato posto agli arresti domiciliari insieme al resto della sua famiglia. La loro casa a Saqqez è stata circondata dalle forze di sicurezza.
Amjad Amini era stato convocato almeno quattro volte dalle forze di sicurezza nei giorni precedenti, con l’ordine di non rilasciare interviste o dichiarazioni e di non tenere cerimonie in memoria di sua figlia nel giorno dell’anniversario. Tuttavia, Amjad ha insistito e ha espresso la sua volontà di commemorare Mahsa in quel giorno.
Lo zio di Mahsa, Safa Aeli, di 30 anni, era stato arrestato il 6 settembre ed è stato successivamente portato in una località sconosciuta. Inoltre, alcune persone che stavano scattando foto e registrando video di negozi e centri commerciali per condividerli con i media dissidenti all’estero sono state arrestate dalle forze di sicurezza.
Mehdi Ramezani, vice governatore generale della provincia del Kurdistan iraniano, ha dichiarato che queste persone erano affiliati a gruppi terroristici anti-rivoluzionari e stavano pianificando raduni a Marivan e Sanandaj, oltre a progettare sabotaggi.
Da questa mattina, numerosi negozi in varie località curde, tra cui Saqqez, la città di origine di Mahsa Amini, hanno chiuso i battenti in segno di sciopero. Negli ultimi giorni è stata segnalata una massiccia presenza delle forze di sicurezza in diverse città del Paese, in particolare a Teheran e nel Kurdistan iraniano.
Inoltre, sono state riportate le interruzioni dell’accesso a Internet in varie città per impedire possibili proteste. Secondo gli attivisti per i diritti umani, almeno 91 curdi sono stati arrestati e centinaia interrogati nelle ultime due settimane.
Sette giovani sono stati arrestati a Sarpol-e Zahab, nella provincia di Kermanshah, per aver compiuto azioni mirate a incoraggiare la partecipazione popolare alle proteste in occasione dell’anniversario della morte di Mahsa.