Un altro Giudice di Catania libera altri sei tunisini, polemiche sul trattenimento infiammano il dibattito
9 Ott 2023 - Italia
Le acque dell’immigrazione rimangono tumultuose in Italia, in particolare quando si tratta dei dettagli normativi che regolamentano la situazione dei richiedenti asilo provenienti da “paesi sicuri”. Al centro del dibattito, una recente sentenza del giudice Rosario Maria Annibale Cupri del Tribunale ordinario di Catania, che non ha convalidato i provvedimenti di trattenimento di sei cittadini tunisini richiedenti protezione internazionale.
Questi trattenimenti, disposti dal questore di Ragusa, Vincenzo Trombadore, erano basati sul presupposto normativo che chi proviene da un paese definito “sicuro” – come la Tunisia – può essere trattenuto presso un centro, in attesa di una decisione sulla sua domanda di asilo. Entro 28 giorni, il richiedente dovrebbe ricevere una risposta.
Tuttavia, una disposizione controversa stabilisce che il richiedente può evitare il trattenimento se versa un importo di quasi 5.000 euro. Una somma significativa, in particolare se si considera che molte di queste persone potrebbero non avere i mezzi finanziari per coprire tale cifra.
Le complicazioni non si fermano qui. La questione del trattenimento è stata recentemente messa in discussione da un’altra giudice, Iolanda Apostolico, che non ha convalidato i provvedimenti di trattenimento basandosi su argomenti simili. Questi argomenti ruotavano intorno alla proporzionalità di trattenere una persona solo per esaminare la sua domanda e sulla questione se un versamento potesse o no essere effettuato da terzi.
Gli avvocati Rosa Emanuela Lo Faro e Fabio Presenti, che hanno rappresentato alcuni dei richiedenti, sollevano ulteriori interrogativi sul modo in cui viene gestito l’intero processo. Come può un individuo senza documenti effettuare un pagamento? Esistono procedure particolari? La questione rimane irrisolta.
Nel suo verdetto, il giudice Cupri ha evidenziato che il trattenimento come misura non è idoneo e ha riconosciuto il principio secondo cui un richiedente non può essere trattenuto semplicemente per esaminare la sua domanda. Questa decisione riafferma la visione secondo cui il trattenimento dovrebbe essere una misura eccezionale e che la normativa nazionale potrebbe non essere in linea con gli standard europei.
In definitiva, questo caso e le sentenze che ne sono seguite evidenziano le complessità e le sfide che l’Italia sta affrontando nel cercare di bilanciare le sue responsabilità internazionali con la necessità di gestire l’immigrazione in modo efficace e umano.