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Erdogan e la questione palestinese

9 Ott 2023 - Mondo

Erdogan e la questione palestinese

Il conflitto recentemente scatenato tra l’organizzazione terroristica palestinese Hamas e Israele ha messo alla prova i rapporti tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e lo Stato ebraico. Tali rapporti erano tornati alla normalità dopo anni caratterizzati da accuse e tensioni. Erdogan ha inizialmente invitato entrambe le parti alla moderazione, ma ha anche rilanciato la soluzione dei due Stati, definendo “necessaria” la fondazione di uno Stato palestinese. Questo segna una svolta rispetto al passato, quando Erdogan aveva una posizione più dura contro Israele.

Il processo di normalizzazione tra Turchia e Israele è durato più di due anni ed è stato un cammino difficile. Solo un anno fa sono stati nominati nuovi rappresentanti diplomatici dei due Paesi, ripristinando le rispettive ambasciate dopo un periodo in cui i rapporti diplomatici erano stati interrotti.

La popolarità di Erdogan a Gaza è evidente dalle celebrazioni dei palestinesi in seguito alla sua rielezione alla fine di maggio. Questo è in parte dovuto al suo sostegno costante ai palestinesi, in particolare ai due milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza che hanno sofferto a causa di un embargo durato 16 anni. Erdogan aveva cercato di forzare questa situazione più volte nel passato.

Tuttavia, oltre alle questioni filopalestinesi, il riavvicinamento tra Turchia e Israele è stato influenzato da interessi energetici comuni. I due Paesi stanno lavorando a un progetto di gasdotto che consentirebbe il passaggio del gas israeliano dal giacimento di Leviathan attraverso la Turchia verso l’Europa occidentale. Questo progetto è di grande importanza per Ankara, che aveva pianificato una visita in Israele del ministro dell’Energia. Questo interesse energetico ha spinto Erdogan a essere più prudente nelle sue dichiarazioni durante il conflitto, evitando toni incendiari come in passato.

Erdogan ora sostiene una soluzione basata sul diritto internazionale e ha dichiarato di essere disposto a fare tutto il possibile per porre fine agli attacchi. Mantiene anche aperti tutti i canali diplomatici. La sua diplomazia si è dimostrata tentacolare nel corso degli anni, coinvolgendo numerose nazioni, compresi Stati con interessi diversi nel conflitto.

Infine, Erdogan è costretto a bilanciare il mantenimento dei rapporti con Israele e la sua posizione filopalestinese a causa delle elezioni amministrative previste tra cinque mesi e dell’opinione pubblica turca storicamente favorevole alla causa palestinese. Questo lo mette in una posizione diplomaticamente delicata, ma indica anche la sua volontà di adottare una strategia equilibrata per proteggere gli interessi della Turchia.

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