Israele rinvia l’attacco via terra a Gaza: Diplomazia internazionale in azione per prevenire una guerra su vasta scala
23 Ott 2023 - Geopolitica
Il rinvio dell’operazione di terra
Israele ha recentemente deciso di “rinviare l’operazione di terra” nella Striscia di Gaza, una mossa inaspettata considerando i preparativi precedenti. La decisione di Israele è stata influenzata dalle pressioni degli Stati Uniti, che desiderano un periodo di attesa per facilitare il rilascio degli ostaggi e permettere l’arrivo degli aiuti nella Striscia prima di un’offensiva terrestre.
Tuttavia, la motivazione esatta di questo rinvio non è chiara. L’ambiguità di Israele a livello politico è evidente, e la leadership israeliana vuole mantenere una posizione indipendente. Alcuni esperti ritengono che l’incursione di terra potrebbe comportare costi e rischi significativi, suggerendo invece raid aerei mirati contro Hamas.
La posizione degli Stati Uniti
A seguito dell’attacco avvenuto il 7 ottobre in Israele da parte di Hamas, gli Stati Uniti cercano di prevenire una possibile guerra totale in Medio Oriente. L’Amministrazione Usa ha espresso preoccupazione per il deterioramento della situazione, cercando di allontanare il pericolo di un conflitto più ampio.
Prima del presidente Joe Biden, sono stati in missione nella regione il segretario di Stato Antony Blinken e il capo del Pentagono, Lloyd Austin. Hanno annunciato il dispiegamento di ulteriori risorse statunitensi nella regione, dimostrando l’impegno degli Stati Uniti nella risoluzione della crisi.
Le sfide di Biden in Medio Oriente
Joe Biden ha espresso le sue preoccupazioni riguardo a diversi aspetti del conflitto, tra cui la resistenza di Hamas, la protezione dei civili, il destino degli ostaggi e gli aiuti umanitari per Gaza. La situazione è resa ancora più complessa dai conflitti in corso in Cisgiordania, gli attacchi degli Hezbollah libanesi contro il nord di Israele e il coinvolgimento potenziale dell’Iran.
Il crescente coinvolgimento internazionale
Il mondo sta assistendo a un cambiamento nell’opinione pubblica, che passa dalla solidarietà con Israele alle preoccupazioni per le sofferenze dei civili palestinesi. Inoltre, le forze statunitensi nella regione rischiano di essere coinvolte direttamente nel conflitto, essendo state già bersaglio di attacchi con droni e razzi in Iraq e Siria.
La questione umanitaria
Mentre l’attenzione è concentrata sull’annunciata operazione di terra israeliana nella Striscia di Gaza, rimangono irrisolte le questioni umanitarie. Sebbene siano stati fatti passi avanti per il rilascio di alcuni ostaggi, altri restano in balia degli eventi. Gli aiuti umanitari stanno gradualmente giungendo nella Striscia, ma le necessità sono ancora enormi e nessuno è stato autorizzato a lasciare Gaza.
Il ruolo del Libano
Infine, emerge che gli Stati Uniti stanno esortando Israele a evitare un attacco importante contro Hezbollah, al fine di prevenire un coinvolgimento multiplo nel conflitto. Questo sviluppo potrebbe far entrare Hezbollah, un gruppo militante libanese, nel conflitto in corso, rendendo la situazione ancora più complessa e potenzialmente coinvolgendo direttamente Stati Uniti e Iran.
In questo delicato contesto, la diplomazia internazionale sta lavorando instancabilmente per cercare di prevenire un ulteriore deterioramento della situazione e promuovere una soluzione pacifica al conflitto in corso nel Medio Oriente.