Viktor Orbán: dall’Occupazione Sovietica alla Critica dell’UE
24 Ott 2023 - Europa
Nel giorno in cui l’Ungheria si fermava per commemorare l’anniversario della rivoluzione antisovietica del 1956, il primo ministro Viktor Orbán ha colto l’occasione per lanciare un nuovo attacco retorico verso l’Unione Europea. Durante il suo discorso a Veszprem, una città gremita di sostenitori e curiosi, ha paragonato l’adesione dell’Ungheria all’UE a più di quattro decenni di dominio sovietico.
Orbán, noto per le sue posizioni critiche verso Bruxelles, ha puntato il dito contro l’Unione, accusandola di voler “imporre” un modello di democrazia liberale in Ungheria. Secondo il primo ministro, tale modello non trova riscontro tra la popolazione ungherese e rischia di minare l’identità del Paese. “Oggi emergono cose che ci ricordano i tempi sovietici”, ha dichiarato, mettendo in guardia dal rischio che la storia possa ripetersi.
Eppure, Orbán ha sottolineato una differenza cruciale tra le due epoche, osservando che se l’occupazione sovietica era una tragedia, l’atteggiamento di Bruxelles è per lui una “parodia”. Una similitudine tagliente e chiaramente indirizzata a sottolineare la distanza che percepisce tra la visione dell’Ungheria e quella dell’UE.
Il 23 ottobre è una data simbolica per l’Ungheria, momento in cui si ricorda l’inizio della rivolta contro il regime sovietico, che ebbe inizio a Budapest e si estese in tutto il paese. La rivoluzione del ’56 è un simbolo della lotta per la libertà e l’autodeterminazione, valori che Orbán cerca di richiamare nei suoi discorsi, soprattutto quando affronta tematiche legate all’Unione Europea.
La “democrazia illiberale” di Orbán è un concetto che ha destato molto dibattito sia a livello nazionale che internazionale. Mentre alcuni vedono in essa una minaccia ai principi democratici tradizionali, altri la vedono come una risposta alle sfide contemporanee.
In sintesi, mentre l’Ungheria commemorava un evento storico, Viktor Orbán ha utilizzato l’occasione per sottolineare il suo punto di vista sulla relazione tra il suo Paese e l’UE. L’anniversario della rivoluzione del ’56 non è solo un momento di riflessione sulla storia, ma anche un palcoscenico per il dibattito politico contemporaneo.