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Geert Wilders: Il “Trump Olandese” Scuote la Politica Europea

24 Nov 2023 - Europa

Geert Wilders: Il “Trump Olandese” Scuote la Politica Europea

Geert Wilders, conosciuto per i suoi capelli biondo platino e le sue dichiarazioni taglienti e fuori dagli schemi, è una figura di spicco nel panorama politico olandese e internazionale. Spesso paragonato a Donald Trump, Wilders si è fatto un nome per la sua ferma opposizione all’immigrazione, all’Unione Europea e, soprattutto, all’Islam.

Dopo aver conquistato una vittoria inaspettata nelle elezioni generali di mercoledì, Wilders si trova ora in una posizione di forza per diventare il prossimo primo ministro dei Paesi Bassi. Tuttavia, per realizzare questo obiettivo, dovrà convincere altri partiti a formare una coalizione con lui.

La carriera politica di Wilders iniziò nel 1998 come membro del parlamento per il VVD, un partito di centro-destra, prima di fondare il suo Partito per la Libertà nel 2006. Da allora, è diventato il parlamentare più longevo nel parlamento olandese.

Wilders è sposato con Krisztina Márfai, un’ex diplomatica ungherese, dal 1992. La coppia non ha figli, ma vive con due gatti, Snoetje e Pluisje, che sono delle piccole celebrità sui social media.

Wilders è una figura controversa, soprattutto per le sue dichiarazioni provocatorie. Ha descritto l’Islam come un’“ideologia totalitaria” e ha etichettato i marocchini come “feccia”. La sua avversione per l’Islam è stata alimentata dall’assassinio del regista anti-Islam Theo van Gogh nel 2004 e dal suo soggiorno in un kibbutz in Israele. Il suo programma elettorale proponeva il divieto del Corano, delle moschee e di tutte le scuole islamiche, oltre al bando dei veli islamici negli edifici pubblici.

Wilders è noto anche per le sue critiche aspre ad altri politici, avendo definito l’ex ministro delle Finanze Sigrid Kaag una “strega” e insultato per il peso il suo avversario, Frans Timmermans, durante un dibattito.

La sua retorica anti-Islam lo ha reso un bersaglio per gli estremisti, costringendolo a vivere sotto protezione costante, spostandosi da una casa sicura all’altra per gli ultimi vent’anni.

Le sue politiche principali includono l’arresto di quello che chiama “tsunami dell’asilo”, attribuendo a questo fenomeno la responsabilità di vari problemi sociali, come la carenza di alloggi e l’alto costo della sanità. Wilders propone di porre fine all’asilo per i rifugiati e di limitare la libera circolazione del lavoro all’interno dell’UE, introducendo visti di lavoro per alcuni. Vuole anche revocare i permessi di asilo temporanei per i siriani e deportare i criminali privandoli della cittadinanza olandese.

Critico verso le politiche ambientali, Wilders ritiene che il governo abbia speso troppo per ridurre le emissioni di CO2 e propone di mantenere aperte le centrali a carbone e a gas, bloccando la costruzione di parchi solari e turbine eoliche. Vuole anche che i Paesi Bassi si ritirino dall’accordo sul clima di Parigi.

Fermo oppositore dell’UE, Wilders ha chiesto un referendum per un “Nexit”, ovvero l’uscita dei Paesi Bassi dall’Unione, e desidera esenzioni dalle normative europee su asilo e immigrazione.

Nonostante il 25% dei voti ottenuti, un risultato notevole in un sistema elettorale frammentato, Wilders non ha ottenuto la maggioranza in parlamento. Ciò significa che dovrà formare un governo di coalizione con altri partiti prima di poter assumere il potere. La sua vittoria, però, rafforza la sua posizione nei negoziati.

Nel suo discorso dopo la vittoria, Wilders ha invitato gli altri partiti a partecipare costruttivamente ai colloqui di coalizione, suggerendo anche di essere disposto a compromessi sulla sua posizione anti-musulmana per formare un governo. “Capisco molto bene che i partiti non vogliono essere in un governo con un partito che vuole misure incostituzionali”, ha detto. “Non parleremo di moschee, Corani e scuole islamiche.”

Nonostante la sua forte posizione politica, il futuro di Wilders come primo ministro rimane incerto, data la riluttanza dei partiti principali nei Paesi Bassi a unirsi alle forze di estrema destra e a tenerlo fuori dal governo per più di un decennio.

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