La fragilità della filiera di approvvigionamento militare preoccupa Washington
23 Giu 2023 - Approfondimenti Politici
La filiera di approvvigionamento militare
Negli Stati Uniti c’è una crescente preoccupazione per la fragilità della filiera di approvvigionamento militare. La corsa americana ad armare l’Ucraina dopo l’invasione russa ha evidenziato un problema più ampio che riguarda la logistica e le reti di fornitura delle forze armate degli Stati Uniti. Il Dipartimento della Difesa ha ammesso di non avere contezza di circa il 97% dei fornitori del suo sistema logistico, escludendo quelli direttamente controllati tramite le forniture di primo livello. Questo è emerso da un documento pubblicato il 24 febbraio 2022, giorno dell’invasione russa dell’Ucraina.
Le quattro aree
Il Dipartimento della Difesa ha identificato quattro principali aree per sviluppare la resilienza dell’industria della difesa:
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- l’interoperabilità tra agenzie e apparati per ottenere economie di scala;
- la creazione di processi comuni con i Paesi della NATO e dell’Occidente;
- l’internalizzazione del maggior numero possibile di processi nel territorio nazionale;
- il piano di rilancio della difesa in un disegno industriale più ampio.
La mancanza di informazioni
Un rapporto del Government Accountability Office pubblicato oltre cinque anni fa ha evidenziato la mancanza di informazioni necessarie per gestire efficacemente i rischi della catena di approvvigionamento nel settore della difesa. È diventato evidente il processo di grande dipendenza di Washington da materiali critici e metalli rari di vario tipo.
Come funziona il sistema e quali sono le strategie
Il sistema funziona così: Il Pentagono delega alle aziende e ai loro subappaltanti il controllo dei processi di qualità dei componenti e della sicurezza “geopolitica” associata. Questo ha portato a situazioni paradossali, come la presenza di componenti cinesi formalmente vietati su ogni caccia F-35 americano o la mancanza, fino a pochi mesi fa, di una strategia della Difesa USA nel settore cruciale dei chip.
È necessaria una strategia integrata per rafforzare il controllo del Pentagono sulla sfida degli approvvigionamenti, al fine di evitare che una crisi in qualsiasi punto della catena del valore possa mettere a rischio la struttura stessa dei programmi cruciali per l’arsenale americano.
A ciò si aggiunge la complessa sfida delle forniture all’Ucraina. Boeing, Raytheon, Lockheed Martin, Northrop Grumman e General Dynamics producono, per conto del Pentagono, Javelin, Himars e tutto l’arsenale destinato a Kiev. Il risultato è una deviazione di risorse dai programmi già in corso con la conseguente tensione sulle catene di produzione.
Le aziende Coinvolte
Le aziende coinvolte, al fine di fornire all’Ucraina armi pronte all’uso e in continuo ciclo produttivo, hanno adottato un sistema snello di produzione, simile a quello dell’industria automobilistica, basato sulla consegna just-in-time, al fine di risparmiare denaro in un sistema di produzione ad alta intensità di capitale. Tuttavia, questo sistema non si allinea facilmente con la necessità di dare priorità all’Ucraina, portando a una maggiore disorganizzazione delle catene di produzione.
I dubbi americani
Emergono dubbi sul fatto che Washington sia in grado di sostenere un alleato come Taiwan in caso di guerra aperta, soprattutto in un contesto di crisi ucraina ancora irrisolta e desta forti preoccupazioni. Le forze armate degli Stati Uniti devono essere in grado di vincere non solo ogni guerra, ma anche la sfida di organizzare e gestire efficacemente l’approvvigionamento militare. La risposta a questa sfida sarà cruciale per il mantenimento della primazia geopolitica americana.