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La Scala: Palcoscenico di Polemiche Politiche e Antifascismo, Oltre la Musica

9 Dic 2023 - Approfondimenti Politici

La Scala: Palcoscenico di Polemiche Politiche e Antifascismo, Oltre la Musica

Abbiamo avuto conferma che il vero spettacolo della “Prima” della Scala non è quello che avviene sul palco bensì ciò che accade intorno ad opera dei fenomeni che, cercando attenzione e dando sfogo alla passione tutta italica per la polemica gratuita, scatenano casi politici su cui la nostra “povera” classe politica si butta a corpo morto, grata di non dover perdere tempo e sprecare sudore sui dossier dell’economia della politica estera ecc.

Succede alla Scala come a Sanremo ed al concerto del primo Maggio; il connubio musica e politica compete con il grande classico calcio e politica; del resto Togliatti, ad un compagno che non gli seppe dire cos’avesse fatto il giorno prima la Juve, lo fulminò con un: “E tu pretendi di fare la rivoluzione senza sapere i risultati della Juve?”

Così è in Italia politica, calcio, musica e motori vanno tutti a braccetto e qua pare opportuno ricordare la grande lezione di politica del buon Enzo Ferrari che sosteneva che “Gli italiani perdonano tutto, ai ladri, agli assassini, ai sequestratori, a tutti, ma non perdonano il successo”.

Il caso è quello del cittadino della Repubblica che ben ha pensato di gridare un “viva l’Italia antifascista” dal loggione venendo poi identificato dalla Digos (Divisione investigazioni generali e operazioni speciali) che, come noto vigila (come sta scritto sul sito della Polizia di Stato), su ogni fenomeno sociale che possa creare pericoli per la sicurezza e l’ordine pubblico negli ambiti delle pubbliche manifestazioni sportive e di piazza nonché delle attività investigative finalizzate al contrasto dei reati di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico.

Ecco a seguito dell’identificazione del tizio (qua non si vuole dargli ulteriore pubblicità) si è aperto il caso politico.

Basta aprire i social e si trova un mucchio di gente – piddini in testa Ca va sans dir – che con lo slogan “identificateci tutti” offrono ai malintenzionati del web nome cognome luogo e data di nascita rivendicando la gloriosa religione civile dell’antifascismo.

Ora un paio di riflessioni:
C’è qualcuno sorpreso del fatto che la Digos faccia quello per cui è stata creata e che fa ( cambio di nome a parte) da settant’anni sotto tutti i governi della Repubblica antifascista?

Ovviamente nessuno pone la questione di come la Digos tratta i dati personali di soggetti che, ad immediata verifica, risultano aver solo espresso un parere che al di là della contingenza non ha alcuna prospettiva eversiva; nè ci si pone il tema di un diritto all’oblio dei predetti dati posto che lo sforzo per affrontare tali temi non è immediatamente spendibile suo social.

Né infine si pone il tema di come una democrazia debba affrontare il tema serissimo dei possibili movimenti eversivi interni senza degenerare nella censura nella discriminazione dei cittadini.

Quanto al tema antifascismo – raccomandando sempre una seria lettura della nostra Costituzione che è infinitamente migliore di quelli che pretendono di difenderla – ci limitiamo a ricordare quello che diceva il “Divo Giulio” Andreotti “L’antifascismo è come il vino si riconosce dall’annata” e qui taciamo e ci dedichiamo alla birra.

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