Tra pandori, Ferragni e prima Repubblica
28 Dic 2023 - Approfondimenti Politici
CHOUFFE BLANCHE 6,5% (Belgio, Achouffe, birrificio Chouffe)
Una birra chiara, leggermente torbida, con una schiuma bianca e persistente e un aroma fresco e speziato con note di agrumi (limone e pompelmo) e di spezie (semi di coriandolo e cumino). Una birra versatile indicata per accompagnare insalate, pesce bianco, cozze, carni magre e formaggi a pasta molle.
È uso comune indicare le fasi della politica italiana secondo lo schema prima e seconda Repubblica.
Come noto la “prima Repubblica” copriva l’arco temporale dal 1946 ai primi anni 90’ quando la caduta del muro di Berlino (Antifaschistischer Schutzwall – Barriera Antifascista), l’inchiesta giudiziaria “Mani pulite” e quella giornalistica “Tangentopoli” e, infine, la “discesa in campo” del Cavaliere avevano provocato un mutamento così drastico del quadro politico che tale cesura era entrata a viva forza nella percezione dei cittadini e del lessico giornalistico e politico per cui era sorta la “seconda Repubblica”, con grande disappunto dei costituzionalisti che lamentavano come, in assenza di riforme costituzionali, la Repubblica era sempre la medesima.
Con il declino del Cavaliere e l’ascesa del governo giallo-verde guidato dall’Avvocato del popolo fece capitolino timidamente la “terza Repubblica” ma la definizione non ha trovato particolare fortuna e del resto il camaleontico Conte si trova più a suo agio a interpretare i panni democristiani che quelli rivoluzionari. Indifferente alle epoche repubblicane rimane il PD che, nella sua essenza di realizzazione del “compromesso storico”, vive in un limbo tra la guardia perenne contro il ritorno del fascismo ed il compromesso sistematico e sistemico con chiunque – italiano o straniero – gli garantisca la permanenza al governo.
Con Berlusconi che, piaccia o meno, un suo posto nel libro di storia della Repubblica lo ha trovato; con Salvini che ancora deve decidere cosa fare da grande, tocca oggi al Governo Meloni la sfida di segnare o meno la storia della Repubblica.
Certo, oggi viviamo in tempi in cui l’influenza politica sembra seguire altre vie e promana da altri personaggi; tuttavia in ogni epoca non sono mancati interventi di artisti, studiosi e membri della “società civile” che si sono cimentati nell’agone politico per cui, da uomini di mondo, non ci scandalizziamo se sentiamo influencer vari e più o meno titolati esprimere il loro parere sui temi della politica.
Non ci lamentiamo; ma pare opportuno ricordare a chi vuole dedicarsi alla Politica e magari gradisce dare lezioni e lanciare anatemi (rigorosamente progressisti) che si tratta di un mondo con regole diverse da quelli dei social per cui suggeriamo di fare tesoro di un paio di sagge citazioni della prima Repubblica.
“la politica è sangue e merda” diceva Rino Formica * che poi articolò meglio: “la politica è per gli uomini il terreno di scontro più duro e più spietato. Si dice che su questo campo ha ragione chi vince, e sa allargare e consolidare il consenso, e che le ingiustizie fanno parte del grande capitolo dei rischi prevedibili e calcolabili”.
«A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura» chiosava invece Pietro Nenni **.
G.S.
*Salvatore Formica, detto Rino (Bari, 1º marzo 1927), politico, ministro della Repubblica, membro del Partito Socialista Italiano.
**Pietro Nenni (Faenza, 9 febbraio 1891 – Roma, 1º gennaio 1980) politico e giornalista italiano, leader storico del Partito Socialista Italiano.