Il Clan Casamonica Confermato Come Mafia dalla Cassazione
17 Gen 2024 - Italia
La Cassazione ha ufficialmente sancito la natura mafiosa del clan Casamonica attraverso una sentenza confermativa nel maxiprocesso, applicando l’accusa di 416bis. Nell’affrontare i ricorsi di oltre trenta imputati, i giudici della seconda sezione penale hanno confermato sostanzialmente le accuse, accogliendo il ricorso della procura generale. Per alcune posizioni di vertice, è stata riconosciuta l’aggravante dell’associazione armata, determinando un appello bis unicamente per la rideterminazione della pena. Per le posizioni di secondo piano, l’aggravante di aver agito nell’interesse del clan è stata esclusa.
La Corte d’Appello di Roma Ribadisce l’Accusa di 416bis
Il 29 novembre 2022, i giudici della Corte d’Appello di Roma hanno confermato l’accusa di 416bis, ribadendo la natura mafiosa del clan Casamonica. La condanna più severa, di 30 anni, è stata inflitta a Domenico Casamonica, figura di spicco del clan operante nella zona Appio-Tuscolana di Roma. La sentenza della Corte d’Appello ha delineato il gruppo criminale Casamonica come un’organizzazione malavitosa con base operativa in vicolo di Porta Furba. I giudici hanno descritto il clan come una “galassia”, un aggregato malavitoso di due gruppi familiari interconnessi, operanti con un “prestigio criminale” rilevante nel panorama delinquenziale romano.
La Struttura Coesa ed Estesa del Clan
La Corte d’Appello di Roma ha sottolineato la coesione e l’estensione del gruppo criminale Casamonica, che operava in modo interconnesso e protettivo. Le attività illecite includevano usura, estorsioni, abusivo esercizio del credito e traffico di stupefacenti. La sentenza evidenzia come la coesione del clan aumentasse il senso di assoggettamento e impotenza delle vittime, consapevoli di affrontare un gruppo estremamente coeso ed esteso.
Condanne nel Maxiprocesso e Contesto dell’Indagine ‘Gramigna’
Il maxiprocesso è scaturito dagli arresti effettuati dai carabinieri del Comando provinciale di Roma nell’ambito dell’indagine ‘Gramigna’. Coordinata dal magistrato Michele Prestipino e dai sostituti procuratori Giovanni Musarò e Stefano Luciani, l’indagine ha portato, in primo grado nel settembre 2021, a 44 condanne totalizzanti oltre 400 anni di carcere. La sentenza della Cassazione ora conferma la natura mafiosa del clan Casamonica, consolidando le decisioni dei giudici di primo e secondo grado.