Putin e l’Ambizione per l’Alaska: Un Decreto che Sveglia Rivendicazioni Storiche
22 Gen 2024 - Mondo
La Russia di Vladimir Putin sembra riscoprire interessi in territori un tempo appartenuti all’impero russo e all’Unione Sovietica, inclusa l’Alaska, ceduta agli Stati Uniti nel 1867. Il presidente russo ha firmato un decreto che stanzia fondi per la ricerca, la registrazione e la protezione delle proprietà russe all’estero, sollevando dubbi e interrogativi sulla portata di tali rivendicazioni.
L’Incertezza del Decreto e le Possibili Implicazioni
Il decreto firmato da Putin, come sottolineato dal magazine Newsweek e dall’Institute for the Study of War (Isw), non definisce chiaramente i parametri di ciò che costituisce proprietà russa storica. Questa ambiguità potrebbe permettere al Cremlino di utilizzare il decreto per promuovere azioni di soft power e destabilizzazione interna nei paesi post-sovietici e nelle nazioni vicine.
Il Sostegno degli Ultranazionalisti e Blogger Pro-Guerra
In Russia, il decreto ha trovato particolare appoggio negli ambienti ultranazionalisti e tra i blogger pro-guerra, che interpretano il documento come un preludio a nuovi conflitti con i paesi vicini, compresi gli Stati Uniti. Un canale Telegram con oltre 530mila iscritti ha addirittura suggerito di iniziare con l’Alaska, evidenziando l’orientamento revanchista di questi gruppi.
Riferimenti all’Alaska e Rivendicazioni senza Fondamento
I riferimenti all’Alaska, territorio ceduto agli Stati Uniti nel 1867, sono particolarmente sorprendenti. Sebbene in passato Putin abbia minimizzato l’argomento, la reazione degli ultranazionalisti al decreto suggerisce una presenza radicata di sentimenti revanchisti. Tuttavia, secondo l’Isw, eventuali rivendicazioni su tali territori sarebbero prive di fondamento.
Il Contesto Elettorale Russo e le Prospettive Future
Questo decreto giunge in un momento delicato per la Russia, con le elezioni presidenziali di marzo alle porte. L’alimentazione del mito di una riconquista territoriale potrebbe facilitare una nuova mobilitazione nazionalista dopo le elezioni, che si prevede confermeranno Putin alla guida del paese. È evidente che la firma di questo decreto non sia solo una mossa simbolica, ma rappresenti anche un segnale di un orientamento politico che potrebbe avere conseguenze significative a livello internazionale.