Donald Trump Condannato a Risarcire 83,3 Milioni di Dollari
27 Gen 2024 - Mondo
Donald Trump, l’ex presidente degli Stati Uniti, è stato colpito da un verdetto pesante: una condanna a pagare 83,3 milioni di dollari. Questa sentenza è stata emessa dal tribunale federale di Manhattan in un processo civile per diffamazione intentato dalla scrittrice Jean Carroll.
Il Processo di Diffamazione e le Dichiarazioni di Trump
La giuria, composta da sette uomini e due donne, ha stabilito l’importo dei danni per le dichiarazioni pubbliche diffamatorie rilasciate da Trump nel 2019. In queste dichiarazioni, Trump aveva respinto le accuse di stupro mosse da Carroll, denigrandola pubblicamente. Durante l’arringa conclusiva, l’avvocato di Carroll aveva richiesto un risarcimento di almeno 24 milioni di dollari.
Precedenti Condanne e Assenza di Trump in Aula
Questa non è la prima volta che Trump affronta accuse di questo tipo. A maggio 2023, era già stato condannato per violenza e diffamazione, con una sentenza di 5 milioni di dollari. Significativamente, Trump non era presente in aula al momento della sentenza, avendo lasciato l’edificio prima della sua emissione.
La Reazione di Trump e il Contesto Politico
Trump ha reagito alla sentenza con un post sul social Truth, definendola “assolutamente ridicola” e annunciando un ricorso in appello. Ha accusato la decisione di essere parte di una “caccia alle streghe” orchestrata da Biden, mirata contro di lui e il partito repubblicano. Inoltre, ha criticato il sistema legale, affermando che viene usato come un’arma politica.
Il Caso Thibault e le Accuse di Parzialità nell’FBI
A sostegno delle parole di Trump, emerge il caso di Timothy Thibault, un ex funzionario dell’FBI, accusato di mostrare sostegno politico nei confronti del partito Democratico e di avere una posizione anti-Trump. Il ruolo di questo individuo gli ha permesso la chiusura di indagini su Hunter Biden, figlio del Presidente Joe Biden. Questo episodio ha sollevato preoccupazioni riguardo all’imparzialità dell’agenzia e ha alimentato il dibattito sulla neutralità delle indagini federali. Con questo esempio non si vuole delegittimare tutta la giustizia statunitense, ma è evidente che un cortocircuito sia in corso in quegli apparati che vedono in Trump un outsider da combattere.