Il Caso Salis Incrina le Relazioni Italo-Ungheresi
28 Feb 2024 - Europa
Accuse di interferenza e tensioni sui diritti umani mettono alla prova i legami tra Roma e Budapest
Accuse Incrociate
Il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, ha espresso sorpresa e disappunto per quello che considera un tentativo di interferenza da parte dell’Italia in un caso giudiziario ungherese. Secondo Szijjártó, Ilaria Salis, descritta dai media italiani come una martire, è in realtà coinvolta in attività estremiste di sinistra con l’intento di compiere attacchi contro persone innocenti in Ungheria. Queste dichiarazioni, rilanciate dal portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs, sollevano interrogativi sulla natura della cooperazione italo-ungherese, soprattutto alla luce dell’importanza dei legami economici e di sicurezza tra i due paesi.
Un Atto Premeditato
Il governo ungherese sostiene che l’azione di Salis non sia stata un impulso momentaneo, ma un crimine premeditato che ha rischiato di causare gravi danni a persone innocenti. Szijjártó, durante la sua visita a Roma, ha sottolineato la necessità di una punizione adeguata per Salis, criticando i media italiani per la loro unilaterale rappresentazione del caso, che trascura le vittime degli attacchi.
La Risposta Italiana
Di fronte a queste accuse, il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano, Antonio Tajani, ha ribadito l’impegno del governo italiano nel seguire da vicino il caso di Ilaria Salis. Tajani ha evidenziato la necessità di un processo equo e il rispetto dei diritti fondamentali e della dignità di Salis, consegnando un dettagliato promemoria sulle sue condizioni detentive al ministro ungherese. Questo gesto non mira a interferire con la giustizia ungherese, ma a garantire che le condizioni di detenzione rispettino gli standard europei sui diritti umani.
Un Dialogo Aperto ma Tensioni Sottostanti
Nonostante le tensioni, l’incontro tra Tajani e Szijjártó ha toccato anche temi di interesse comune come la situazione nei Balcani Occidentali e la prossima Presidenza ungherese del Consiglio UE. L’Italia ha confermato il suo impegno a sostegno del percorso europeo di Sarajevo, evidenziando la volontà di mantenere un dialogo aperto con l’Ungheria. Tuttavia, il caso Salis rimane un punto di frizione che mette in luce le divergenze di approccio ai diritti umani e alla giustizia tra i due paesi, sollevando interrogativi sulla solidità della loro partnership.