Il Governo Italiano Rinnova la Sfida alle ONG nel Mediterraneo
11 Mar 2024 - Approfondimenti Politici
Un'analisi approfondita sulle recenti tensioni tra le autorità italiane e le organizzazioni non governative che operano salvataggi in mare
La controversia con la Geo Barents
La nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere, trasportando 261 sopravvissuti, si è vista imporre dal governo italiano di dividere i migranti tra i porti di Civitavecchia e Genova, quest’ultimo a 26 ore di navigazione. Questa decisione, che allunga notevolmente i tempi di sbarco rispetto a un trasferimento via terra, solleva interrogativi sulla sua effettiva necessità e sembra mirare a tenere le navi ONG lontane dalle zone di salvataggio nel Mediterraneo centrale.
Il caso della Sea-Watch 5
Parallelamente, la Sea-Watch 5 ha ricevuto un fermo amministrativo di 20 giorni per aver presumibilmente disobbedito alle istruzioni della cosiddetta Guardia Costiera libica, nonostante una recente sentenza della Corte di Cassazione italiana abbia sancito l’illegittimità dei respingimenti in Libia. Questo episodio si aggiunge a una serie di accuse verso le autorità italiane per la mancata rapidità di risposta in situazioni di emergenza, culminata tragicamente con la morte di 70 migranti al largo delle coste di Cutro.
Implicazioni legali e morali
Le azioni del governo italiano non solo sollevano questioni morali, data la sofferenza prolungata inflitta ai migranti, ma si pongono anche in contrasto con la normativa internazionale che impone l’obbligo di far sbarcare i sopravvissuti nel primo porto sicuro disponibile. La recente sentenza della Cassazione ribadisce l’importanza di garantire un luogo sicuro per i sopravvissuti, mettendo in luce la criticità delle politiche migratorie italiane basate sulla collaborazione con la Libia.
Il ruolo delle ONG nel contesto migratorio
Nonostante le ONG svolgano un ruolo cruciale nel salvataggio di vite umane in mare, rappresentando solo una frazione degli sbarchi sulle coste italiane, le loro operazioni sono spesso ostacolate da politiche di chiusura dei porti e da accuse infondate di favorire il traffico di esseri umani. Questa narrazione ignora il fatto che la maggior parte dei migranti raggiunge l’Italia attraverso sbarchi autonomi o con l’assistenza di istituzioni statali come la Guardia Costiera e l’esercito.