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Acca Larentia, rimossa la targa per Stefano Recchioni: è scontro politico

31 Dic 2024 - Approfondimenti Politici

A pochi giorni dall’anniversario della strage del 7 gennaio 1978, esplode la polemica sulla rimozione della targa commemorativa. La destra accusa il PD di provocazione, mentre la sinistra difende la decisione come atto antifascista.

Acca Larentia, rimossa la targa per Stefano Recchioni: è scontro politico

Rimozione della targa ad Acca Larentia: provocazione politica contro la memoria storica

La decisione di rimuovere la targa dedicata a Stefano Recchioni nei pressi di via Acca Larentia a Roma ha scatenato un’ondata di indignazione nel mondo della destra italiana. A pochi giorni dal 47º anniversario della strage del 7 gennaio 1978, questo gesto viene letto come un attacco deliberato contro il ricordo di tre giovani vittime di un periodo tragico della storia nazionale.

Acca Larentia: un simbolo indelebile per la destra italiana

La strage di Acca Larentia rappresenta una ferita ancora aperta. Quel 7 gennaio 1978, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, militanti del Fronte della Gioventù, furono assassinati da estremisti di sinistra davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano. Poche ore dopo, durante le proteste contro l’agguato, Stefano Recchioni venne colpito mortalmente dalle forze dell’ordine.

Da allora, Acca Larentia è diventata un luogo di memoria per la destra italiana, simbolo della persecuzione subita dai militanti negli anni di piombo e monito contro la violenza politica.

Una rimozione che divide: le reazioni della destra

La rimozione della targa è stata definita “un atto vile e provocatorio” da Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e membro di Fratelli d’Italia. Rampelli ha accusato il Partito Democratico, e in particolare il responsabile romano Enzo Foschi, di fomentare tensioni e speculare politicamente su una tragedia ancora viva nella memoria collettiva.

“È falsa l’informazione secondo cui la targa sarebbe stata installata di recente,” ha dichiarato Rampelli. “Era stata ripristinata dopo lavori di manutenzione del condominio. Se il sindaco Gualtieri ritiene che tutte le targhe abusive debbano essere rimosse, vogliamo vedere un elenco completo e un cronoprogramma chiaro per fugare ogni dubbio sulla parzialità politica di questa decisione.”

“Intitoliamo una via ai martiri di Acca Larentia”

A protestare è stato anche Domenico Gramazio, vicepresidente dell’Associazione Acca Larenzia, che ha rivolto un appello al sindaco Roberto Gualtieri affinché venga finalmente dedicata una strada ai Martiri di Acca Larentia.

“La rimozione della targa è una profanazione della memoria,” ha scritto Gramazio in una lettera aperta. “Sono passati quasi cinquant’anni e quei tre giovani ancora non hanno avuto il riconoscimento che meritano. Questo atto rappresenta un affronto che avviene proprio a ridosso dell’anniversario della strage.”

Alemanno: “La sinistra vuole riaccendere l’odio”

Sulla vicenda è intervenuto anche Gianni Alemanno, segretario del Movimento Indipendenza ed ex sindaco di Roma. Alemanno ha duramente criticato Roberto Gualtieri, definendolo “un sindaco inesistente che si sveglia solo per provocare.”

“Neppure Veltroni e Rutelli avevano osato tanto,” ha dichiarato Alemanno. “Il PD romano, invece di occuparsi dei problemi della città, cerca di vietare le celebrazioni del 7 gennaio, nel tentativo di provocare incidenti e risvegliare gli odi degli anni di piombo.”

Alemanno ha quindi fatto appello al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi affinché respinga ogni tentativo di vietare le commemorazioni, ricordando che la Cassazione ha già stabilito che tali celebrazioni non costituiscono reato. “Chi viene da quella storia politica non accetterà mai questi assurdi divieti,” ha concluso.

La sinistra difende la rimozione: censura della memoria

Dal lato opposto, il Partito Democratico ha difeso la rimozione della targa, sostenendo che l’iniziativa sia parte di un progetto più ampio per combattere ogni forma di simbolismo legato al fascismo. Tuttavia, per la destra, questa giustificazione rappresenta l’ennesimo pretesto per colpire selettivamente la memoria di chi ha pagato con la vita il proprio impegno politico.

La vicenda della targa di Acca Larentia riapre vecchie ferite e mette in luce una sinistra ancora ossessionata dall’idea di censurare e riscrivere la memoria storica. Mentre la destra difende il diritto di ricordare i propri caduti, la sinistra continua a perseguire una strategia divisiva che alimenta tensioni e contrapposizioni.

A pochi giorni dall’anniversario di quella strage, il gesto di rimuovere la targa appare come un’ennesima provocazione ideologica, dimostrando come certi fantasmi del passato siano tutt’altro che sepolti.

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