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Alberto Franceschini: Dalla Fondazione delle Brigate Rosse alla Commemorazione di Navalny

20 Feb 2024 - Italia

Alberto Franceschini: Dalla Fondazione delle Brigate Rosse alla Commemorazione di Navalny

In una recente apparizione che ha suscitato non poco interesse, Alberto Franceschini, ex membro fondatore delle Brigate Rosse (Br), è stato identificato a Milano durante la commemorazione di Alexei Navalny, tenutasi nei giardini dedicati ad Anna Politkovskaya. Questo evento segna un momento di riflessione sulla lunga e complessa storia di Franceschini, dalla militanza politica radicale alla partecipazione a eventi pubblici di carattere civile.

Chi è Alberto Franceschini?

Nato a Reggio Emilia, Franceschini ha iniziato il suo percorso politico giovanissimo, aderendo alla Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI) nel 1962. La sua disillusione nei confronti del partito comunista lo portò, alla fine degli anni ’60, a esplorare altre forme di impegno politico, culminando nella formazione di un collettivo “operai-studenti” e nella sua successiva militanza nella “sinistra proletaria” a Milano. È in questo periodo che Franceschini stringe una forte amicizia con Renato Curcio, con cui condividerà il percorso di fondazione delle Brigate Rosse, insieme a Mara Cagol.

Le Brigate Rosse, nate come espressione estrema della lotta contro lo stato italiano e il sistema capitalista, hanno segnato gli anni di piombo con una serie di azioni violente, tra cui sequestri, omicidi e attentati. Franceschini, considerato uno dei “colonnelli” dell’organizzazione, guidò il primo sequestro di rilievo, quello del giudice Mario Sossi. Tuttavia, la sua strada all’interno dell’organizzazione terroristica si concluse con una presa di distanza dalla lotta armata, formalizzata con una dichiarazione sottoscritta nel 1987, mentre si trovava detenuto nel carcere di Rebibbia.

Dalla Lotta Armata alla Riflessione Civile

La vita di Franceschini dopo le Brigate Rosse è stata segnata da un profondo processo di riflessione e revisione del proprio passato. La scrittura del libro “Mara, Renato e io” rappresenta un tentativo di analisi e comprensione degli errori e delle scelte compiute, offrendo al contempo una testimonianza diretta degli anni di piombo vissuti in prima persona.

La sua partecipazione alla commemorazione di Alexei Navalny, oppositore russo noto per la sua lotta contro la corruzione e attualmente in carcere, simboleggia forse un impegno verso cause civili e una volontà di contribuire, seppur in modo diverso, alla lotta per la giustizia e la libertà. La scelta di un evento dedicato a figure come Navalny e Politkovskaya, entrambi simboli di resistenza contro l’oppressione, sottolinea un percorso di redenzione e di impegno civile che si distacca nettamente dalle azioni violente del passato.

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