Assad: ribelli occupano il palazzo presidenziale a Damasco
2 Dic 2024 - Medio Oriente
Hayat Tahrir al-Sham conquista Aleppo e avanza nella capitale. Assad promette una risposta militare con il supporto di Iran e Russia.
Secondo fonti locali, il palazzo presidenziale del presidente siriano Bashar al-Assad a Damasco sarebbe stato occupato dai ribelli siriani. Questo sviluppo rappresenta un duro colpo al governo legittimo di Assad, già sotto pressione per la recente perdita del controllo su Aleppo, caduta nelle mani dei ribelli islamici di Hayat Tahrir al-Sham (HTS) e delle fazioni alleate.
La situazione ad Aleppo e l’avanzata ribelle
Aleppo, una delle città simbolo del conflitto siriano, è tornata al centro delle cronache. HTS, gruppo jihadista erede di al-Nusra, ha preso il controllo dell’intera città, con l’eccezione di alcune aree controllate dalle forze curde. Per la prima volta dal 2012, il governo di Assad non ha più il controllo sulla città, come confermato da Rami Abdel Rahman, capo dell’Osservatorio siriano per i diritti umani.
I ribelli hanno inoltre occupato Tal Rifaat e diversi villaggi circostanti, assediando circa 200.000 curdi siriani nella provincia settentrionale di Aleppo. Fonti locali riportano che HTS avrebbe offerto alle truppe curde delle SDF e alle forze lealiste di lasciare Aleppo “in sicurezza,” ma non sono ancora noti i dettagli di questa proposta.
La reazione del presidente Assad
Il presidente Bashar al-Assad ha reagito con fermezza, promettendo una risposta militare per sradicare il terrorismo. “Il terrorismo comprende solo il linguaggio della forza, ed è questo il linguaggio con cui lo spezzeremo,” ha dichiarato Assad, sottolineando l’importanza del sostegno di alleati come Iran e Russia.
Durante un incontro con il capo della diplomazia iraniana Abbas Araghchi, Assad ha ribadito che l’appoggio degli alleati è cruciale per affrontare l’offensiva dei ribelli. Tuttavia, la situazione sul terreno appare sempre più critica, con l’Osservatorio siriano che stima circa 400 morti, tra cui almeno 20 civili, dall’inizio dell’offensiva.
La controffensiva a Hama
Mentre Damasco perde terreno a nord, l’esercito siriano rivendica progressi nella provincia di Hama, dove sarebbero stati riconquistati diversi territori. Secondo il ministero della Difesa siriano, l’esercito ha ucciso decine di ribelli e costretto gli altri alla fuga, consolidando le linee difensive con rinforzi e nuovi equipaggiamenti.
La televisione di Stato ha riportato che negli ultimi tre giorni sono stati uccisi circa mille miliziani di HTS e gruppi affiliati. Intensi raid aerei sono stati condotti nelle province di Idlib e Hama, colpendo le posizioni ribelli.
Un conflitto in evoluzione
L’occupazione del palazzo presidenziale di Assad e la caduta di Aleppo segnano una fase critica per il governo legittimo siriano, che si trova ad affrontare una pressione senza precedenti. La perdita di Aleppo rappresenta non solo un duro colpo strategico, ma anche un simbolo del declino del controllo governativo su alcune aree del Paese.
Con il sostegno di Iran e Russia, Assad cerca di arginare l’avanzata dei ribelli, ma il conflitto, in corso dal 2011, sembra tutt’altro che vicino a una conclusione. La situazione rimane fluida, con conseguenze potenzialmente devastanti per milioni di civili intrappolati in una guerra che continua a evolversi.