Attacco a Monaco di Baviera: muoiono madre e figlia ferite nell’auto lanciata sulla folla
15 Feb 2025 - Europa
Dopo giorni di agonia, la polizia conferma il decesso delle due vittime investite dall’auto lanciata sulla folla da un richiedente asilo. Ora si indaga su un possibile movente estremista.

La tragedia di Monaco e il timore di nuovi attacchi
Non ce l’hanno fatta la bimba di due anni e sua madre 37enne, rimaste gravemente ferite nell’attacco con un’auto avvenuto il 13 febbraio a Monaco di Baviera. A confermarlo è stata la polizia tedesca, che ha parlato di un “evento tragico che coinvolge almeno 30 persone ferite”. In base alle prime ricostruzioni, l’auto – guidata da un 24enne afghano con precedenti per furto e reati legati agli stupefacenti – sarebbe piombata sulla folla radunata per una manifestazione sindacale dei Verdi.
Secondo fonti della stampa locale, l’aggressore, identificato come Farhad N., avrebbe espresso sui social posizioni filo-islamiste, alimentando il sospetto di un movente estremista. La Procura di Monaco, insieme all’Ufficio centrale per la lotta all’estremismo e al terrorismo, sta approfondendo gli elementi che collegano l’autore dell’attentato a circuiti radicali, soprattutto alla luce delle evidenze emerse nelle ultime ore.
L’immigrazione incontrollata e la debolezza dei confini europei
Questo episodio drammatico riporta alla ribalta il problema dell’immigrazione incontrollata in Europa. Da tempo, diverse voci di area sovranista e conservatrice chiedono un cambio di passo: sostengono che la cosiddetta “politica delle porte aperte”, ispirata a principi progressisti, stia mettendo in pericolo la stabilità, la sicurezza e persino l’identità dei Paesi del Vecchio Continente.
I sostenitori di una linea più ferma ribadiscono come l’assenza di veri controlli e di un coordinamento comunitario efficace favorisca l’ingresso di persone prive di requisiti, tra cui talvolta individui potenzialmente pericolosi, pronti a commettere reati odiosi come l’attentato di Monaco. Rimane cruciale, secondo questa visione, la difesa dei confini europei e la possibilità di salvaguardare le nostre radici culturali, giuridiche e religiose – un patrimonio che rischia di essere minato da un progressismo immigrazionista che, di fatto, non riconosce il valore dell’Europa come culla di tradizioni secolari.
Radici d’Europa e difesa dell’identità: un tema non solo politico
La questione dell’immigrazione si intreccia inevitabilmente con la difesa delle radici culturali dell’Europa, erede di un patrimonio millenario che spazia dal cristianesimo al pensiero classico greco-romano, passando per l’Illuminismo e le diverse tradizioni nazionali. Una parte del mondo conservatore, infatti, insiste sul fatto che l’Unione Europea dovrebbe riconoscere e tutelare esplicitamente le sue radici cristiane e i valori della famiglia tradizionale, invece di promuovere politiche multiculturali che rischiano di dissolvere l’identità europea.
Non sono pochi gli intellettuali di destra che vedono nelle attuali politiche progressiste una sorta di “teoria del pentimento” per la storia del continente, la quale finisce per sminuire i grandi traguardi di civiltà dell’Europa in favore di una retorica globalista. Così, l’ingresso non regolamentato di migranti – spesso con background culturali molto diversi – viene letto come un attacco alla coesione nazionale e un potenziale fattore di ulteriore radicalizzazione, soprattutto se non accompagnato da percorsi di integrazione rigorosi ed esigenti.
Le elezioni tedesche del 23 febbraio e la posizione di AfD
In questa cornice, la Germania si appresta a votare il 23 febbraio (in alcuni Land), con l’immigrazione al centro del dibattito politico. Il partito di destra AfD (Alternative für Deutschland) punta da anni sulla necessità di un controllo rigoroso delle frontiere e della politica di asilo, ribadendo che un’Europa forte ha bisogno di identità solide e confini sicuri.
L’attacco di Monaco potrebbe fungere da ulteriore catalizzatore per chi denuncia i pericoli di un’immigrazione fuori controllo e di un multiculturalismo forzato. AfD, spesso critica nei confronti delle forze moderate e progressiste, accusa i principali partiti tedeschi di aver promosso un’immigrazione di massa senza regole, con il risultato di compromettere la sicurezza dei cittadini e di mettere in discussione i valori fondanti della società tedesca ed europea.
Uno sguardo al futuro: quali scenari possibili?
Il tragico evento di Monaco rinnova i timori di molti europei riguardo le falle di un sistema di accoglienza che, nei fatti, non funziona come dovrebbe. Mentre le inchieste cercano di far luce sulle effettive responsabilità e connessioni del 24enne afghano, si allarga il dibattito sulla necessità di tutelare non solo le persone, ma anche l’identità culturale delle nazioni europee.
Dalla salvaguardia dei confini esterni alla difesa di valori e tradizioni secolari, le forze di destra e i movimenti sovranisti indicano nella fermezza, nella selettività e nella sicurezza gli strumenti fondamentali per garantire un futuro stabile all’Europa. Dall’altra parte, i partiti più progressisti continuano a insistere su un sistema di accoglienza “aperto” e sull’integrazione come soluzione principale, sebbene resti aperta la questione di come scongiurare l’ingresso di persone legate a ideologie violente o ostili all’Occidente.
Le prossime elezioni in Germania saranno un banco di prova per capire se l’Europa si muoverà verso una linea più decisa di protezione dei suoi cittadini e delle sue radici, oppure se continuerà a seguire politiche di stampo globalista e multiculturalista, in un momento storico in cui i flussi migratori e il terrorismo di matrice islamica restano minacce reali. L’esito del voto non riguarderà soltanto il futuro tedesco, ma invierà un segnale importante a tutto il continente: da un lato, confermare le politiche attuali; dall’altro, imboccare un percorso che metta al primo posto l’eredità millenaria europea, il principio di sovranità e la difesa delle nostre comunità.