Attivisti di Ultima Generazione imbrattano l’Arco della Pace di Milano: Costi Elevati per il Recupero del Monumento
17 Nov 2023 - Italia
Il raid degli attivisti di Ultima Generazione a Milano ha scosso la città e ha avuto conseguenze ben più serie di quanto inizialmente previsto. L’obiettivo del loro protesto era attirare l’attenzione sulle questioni ambientali, ma i danni causati all’Arco della Pace hanno scatenato una reazione di rabbia tra i cittadini e hanno messo in luce la necessità di costosi interventi di restauro.
Il monumento neoclassico, eretto nell’Ottocento per commemorare la pace tra le nazioni dopo il Congresso di Vienna del 1815, è uno dei gioielli architettonici di Milano. Tuttavia, gli eco-vandali hanno utilizzato una vernice arancione per imbrattare il marmo, danneggiando soprattutto la zona dei bassorilievi che raffigurano alcune delle battaglie più famose del XIX secolo. La rimozione della vernice richiederà un intervento mirato e rispettoso del materiale, il che comporterà spese considerevoli.
Dopo un attento esame e un sopralluogo condotto dagli uffici della soprintendenza della Città metropolitana di Milano e dai tecnici del Nuir del Comune di Milano, è emersa la necessità di un accurato intervento di restauro per rimuovere la vernice dalle superfici del monumento. Contrariamente a alcune prime valutazioni, non sarà possibile procedere con un semplice intervento di idropulizia. Sarà la soprintendenza di Milano a gestire le operazioni di pulizia e restauro dell’Arco della Pace, garantendo che venga ripristinato alla sua bellezza originale.
L’azione di Ultima Generazione ha scatenato la rabbia dei cittadini milanesi, che sono sempre più stufi di vedere il patrimonio culturale della loro città deturpato dagli attivisti. Mentre gli attivisti sono convinti delle loro idee e cercano di attirare l’attenzione sui problemi climatici, la loro azione ha danneggiato opere d’arte che rappresentano le radici e l’orgoglio della popolazione.
Durante il blitz di Ultima Generazione, molti cittadini hanno ripreso gli attivisti e li hanno accusati di vergogna, invitandoli a lasciare il posto e a trovare un modo più costruttivo per esprimere le loro opinioni. Alla fine, sono intervenuti gli agenti della questura, che hanno trattenuto sette militanti, sia ragazzi che ragazze, mettendo fine all’azione e aprendo una nuova fase di dibattito sulla tutela del patrimonio culturale e la libertà di espressione in un contesto urbano.