Biden denuncia l’oligarchia, ma dimentica le sue contraddizioni
16 Gen 2025 - USA
Il presidente uscente lancia l’allarme sul potere dei colossi digitali, ma durante il suo mandato ha beneficiato della loro influenza per censurare contenuti scomodi e orientare il dibattito pubblico.
Il discorso di commiato di Biden: un monito sulla democrazia
Nel suo discorso di addio alla nazione, Joe Biden ha evocato toni solenni e preoccupati, dipingendo un quadro oscuro del futuro degli Stati Uniti. “Sono preoccupato dalla concentrazione di potere in poche mani di persone ricche”, ha dichiarato, evidenziando il rischio di una deriva oligarchica che potrebbe mettere in pericolo i valori fondanti della democrazia americana. Parole che sembrano voler riecheggiare il celebre discorso di Dwight Eisenhower sul “complesso militare-industriale,” ma che, a ben vedere, appaiono contraddittorie alla luce delle azioni compiute dalla stessa amministrazione democratica negli ultimi anni.
L’accusa alle élite economiche e tecnologiche
Biden ha puntato il dito contro l’ascesa di un’élite economica e tecnologica, senza però mai menzionare direttamente i nomi. Tuttavia, i riferimenti a figure come Elon Musk, Mark Zuckerberg e Jeff Bezos sono apparsi chiari. Questi giganti della tecnologia sono stati accusati di aver accumulato un potere spropositato, sia economico che comunicativo, influenzando in modo significativo il dibattito pubblico e le scelte politiche.
Le critiche ai social media
Nel suo discorso, Biden ha criticato il ruolo delle piattaforme social, accusandole di rinunciare al fact-checking e di agevolare la diffusione di notizie false. Tuttavia, queste accuse appaiono paradossali considerando il ruolo che i social media hanno avuto nel sostenere l’amministrazione democratica in molte occasioni.
Un’allerta tardiva e contraddittoria
Se da un lato Biden denuncia oggi i rischi della concentrazione di potere, dall’altro è innegabile che durante la sua presidenza l’amministrazione democratica abbia ampiamente beneficiato dell’influenza di questi stessi colossi digitali.
Le pressioni su Meta durante la pandemia
Un esempio emblematico è rappresentato dalle pressioni esercitate su Meta, guidata da Mark Zuckerberg, affinché censurasse contenuti considerati scomodi per la narrativa governativa. Zuckerberg stesso ha ammesso che, durante la pandemia di COVID-19, alti funzionari dell’amministrazione Biden hanno chiesto ripetutamente di limitare la diffusione di post e informazioni non allineate con la posizione ufficiale.
Il caso del laptop di Hunter Biden
Un altro episodio significativo riguarda il caso del laptop di Hunter Biden. Prima delle elezioni presidenziali del 2020, Facebook ha ridotto la visibilità delle notizie relative al contenuto del dispositivo, citando presunti avvertimenti dell’FBI su possibili campagne di disinformazione russa. Solo in seguito si è scoperto che quelle preoccupazioni erano infondate, ma intanto l’informazione cruciale era stata oscurata, contribuendo indirettamente a favorire Joe Biden nella corsa alla Casa Bianca.
Il ruolo controverso delle piattaforme social
Le azioni di Meta e altre piattaforme social durante il mandato di Biden sollevano interrogativi sulla coerenza delle recenti critiche del presidente. Zuckerberg, ad esempio, ha recentemente svelato che l’amministrazione Biden ha fatto pressione su Meta per rimuovere post critici sui vaccini durante la pandemia. Questo comportamento evidenzia un doppio standard: quando il controllo dell’informazione avvantaggia i democratici, viene giustificato; quando invece sembra favorire altre forze politiche, diventa una minaccia per la democrazia.
Una riflessione sulla libertà e sulla coerenza
Le parole di Biden, seppur presentate come un grido d’allarme, rischiano di apparire vuote e ipocrite, soprattutto per un pubblico attento alle contraddizioni. Come si può parlare di difesa della democrazia e del pluralismo quando la stessa amministrazione ha contribuito a manipolare il dibattito pubblico, sfruttando la complicità di colossi digitali?
Il pericolo di affidare il potere alle élite
L’esempio degli Stati Uniti dimostra come sia pericoloso affidare il controllo dell’informazione a poche aziende private, spesso mosse da interessi economici e politiche di parte. Per chi crede in una destra sociale, questo rappresenta un monito importante: il potere delle piattaforme deve essere riequilibrato e restituito al controllo pubblico, garantendo trasparenza e rispetto per la libertà d’espressione.
Un appello alla coerenza
Se Biden invita ora gli americani a vigilare contro l’ascesa di un’oligarchia, sarebbe stato auspicabile che la sua amministrazione avesse dato l’esempio, evitando di sfruttare gli stessi strumenti di potere per il proprio tornaconto. La difesa della democrazia non può essere un principio selettivo, ma deve essere perseguita con coerenza e trasparenza. Solo così si può evitare che il controllo dell’informazione si trasformi in un’arma contro la libertà e i diritti dei cittadini.