BRICS: con oltre il 20% delle riserve auree sfidano il dollaro
1 Dic 2024 - Finanza
Dal vertice di Kazan, un piano per una valuta comune sostenuta dall’oro. Trump: "Minaccia diretta all’America, pronti dazi al 100%".
I dettagli delle riserve auree dei BRICS
Secondo il rapporto del World Gold Council, i Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) detengono collettivamente oltre 6.600 tonnellate di oro, rappresentando più del 20% delle riserve auree mondiali. La distribuzione vede una netta prevalenza di Russia e Cina, rispettivamente con 2.340 e 2.260 tonnellate. Seguono l’India, con circa 800 tonnellate, e Brasile e Sudafrica, con riserve più limitate. Questo accumulo di oro è parte di una strategia a lungo termine per garantire stabilità economica e ridurre la dipendenza dai mercati finanziari dominati dall’Occidente.
Strategia economica: de-dollarizzazione e nuova valuta
I BRICS hanno discusso ampiamente di una strategia di “de-dollarizzazione”, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dal dollaro statunitense nel commercio internazionale. Durante il vertice di Kazan, in Russia, dal 22 al 24 ottobre 2024, il presidente Vladimir Putin ha evidenziato la necessità di sviluppare sistemi di pagamento alternativi e di favorire l’uso delle valute nazionali negli scambi commerciali. In questa cornice, è emersa l’idea di una valuta comune sostenuta da riserve reali, come oro e materie prime, per creare una valida alternativa al sistema basato sul dollaro.
Questa valuta, potenzialmente supportata dalle ampie riserve auree dei BRICS, avrebbe il duplice vantaggio di ridurre la volatilità economica e di rafforzare l’indipendenza finanziaria dei membri. Tuttavia, la realizzazione di un simile progetto richiede una maggiore integrazione economica e politica tra Paesi con priorità e sistemi finanziari differenti.
Le dichiarazioni di Donald Trump
L’idea di una valuta comune dei BRICS ha attirato l’attenzione del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha condannato il progetto come una minaccia diretta all’economia americana. Trump ha minacciato di imporre dazi del 100% sui Paesi membri dei BRICS che dovessero adottare iniziative volte a svalutare il dollaro o a creare una valuta alternativa. Ha anche accusato l’amministrazione Biden di debolezza nell’affrontare questa sfida geopolitica, promettendo che sotto la sua presidenza gli Stati Uniti adotteranno misure più decise per proteggere il predominio del dollaro.
Implicazioni geopolitiche
Il possesso di una quota così significativa delle riserve auree mondiali e la possibile creazione di una valuta comune potrebbero portare a cambiamenti rilevanti negli equilibri globali. Tra le principali implicazioni:
- Indebolimento del dollaro: Se il commercio internazionale si spostasse verso una valuta BRICS, la domanda di dollari diminuirebbe, con effetti negativi sul suo valore e sulla sua influenza.
- Autonomia dei BRICS: L’oro fornisce una base per ridurre la vulnerabilità alle sanzioni e alle pressioni economiche occidentali.
- Riorganizzazione economica globale: Un sistema finanziario alternativo potrebbe attrarre altri Paesi emergenti, ampliando l’influenza dei BRICS.
Le sfide per i BRICS
Nonostante le opportunità, la creazione di una valuta comune presenta sfide significative. Le economie dei Paesi BRICS sono eterogenee in termini di stabilità, struttura e priorità economiche. Cina e Russia, ad esempio, potrebbero avere obiettivi diversi rispetto a Brasile e Sudafrica. Inoltre, il progetto richiede un alto livello di fiducia e coordinamento tra i membri, fattori non sempre garantiti.