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Brics, il club dei Paesi emergenti si allarga a sei nuovi membri

24 Ago 2023 - Geopolitica

Brics, il club dei Paesi emergenti si allarga a sei nuovi membri

Cos’è il Brics e quanto vale

Il gruppo dei Brics, formato da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, ha annunciato l’ingresso di altri sei Paesi: Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. La decisione è stata presa durante il 15° summit dei leader dei Brics a Johannesburg, in Sudafrica.
Si tratta di un allargamento storico che cambierà gli equilibri economici e politici del mondo. I Brics, infatti, sono un gruppo di nazioni emergenti e in via di sviluppo che hanno una visione comune per un ordine mondiale multipolare e una cooperazione basata sul rispetto reciproco e sulla solidarietà. I Brics rappresentano circa il 20% del Pil mondiale, il 42% della popolazione globale e il 16% del commercio internazionale. Con l’ingresso dei sei nuovi membri, questi numeri saliranno rispettivamente al 36%, al 47% e al 22%.

I leader

I leader dei Brics hanno espresso soddisfazione per l’accordo raggiunto sui principi-guida, gli standard, i criteri e le procedure del processo di espansione, che vedrà i sei Paesi invitati a diventare membri effettivi a partire dal primo gennaio 2024. Hanno inoltre incaricato i loro ministri delle Finanze e i governatori delle Banche centrali di considerare la questione delle valute locali, degli strumenti di pagamento e delle piattaforme per facilitare gli scambi tra i Paesi del gruppo.

L’allargamento 

L’allargamento dei Brics è stato accolto con favore anche dai sei Paesi interessati, che hanno sottolineato l’importanza di far parte di un partenariato strategico che promuove lo sviluppo sostenibile, l’innovazione tecnologica, la lotta al cambiamento climatico e la difesa del multilateralismo. Tra i nuovi membri spiccano l’Argentina, la terza economia dell’America Latina, l’Egitto, la più popolosa nazione araba, l’Etiopia, il secondo Paese più popoloso dell’Africa, l’Iran, la potenza regionale del Medio Oriente, l’Arabia Saudita, il primo produttore mondiale di petrolio e gli Emirati Arabi Uniti, il centro finanziario del Golfo.

La sfida all’Occidente

L’allargamento dei Brics è anche un segnale di sfida alle potenze occidentali, in particolare agli Stati Uniti e alla Nato, che vedono diminuire la loro influenza nel mondo. I Brics si propongono infatti di creare un nuovo ordine mondiale basato sulla cooperazione sud-sud e sulla diversità culturale. Per questo motivo, i Brics hanno anche avviato una serie di iniziative per rafforzare la loro presenza nelle organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite, il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale. Tra queste iniziative spiccano la creazione della Nuova banca di sviluppo (Ndb), il Fondo contingente di riserva (Crf) e il Meccanismo di cooperazione Brics-plus.

Una risposta dei Paesi emergenti

I Brics sono nati nel 2009, come un acronimo coniato da Jim O’Neill un economista della Goldman Sachs nel 2001, per indicare le quattro economie emergenti più dinamiche del mondo: Brasile, Russia, India e Cina. Il 24 dicembre 2010 si è aggiunto il Sudafrica, portando il numero dei membri a cinque. Questa è la seconda volta che i Brics decidono di espandersi. Nel 2022 avevano invitato come osservatori altri cinque Paesi: Indonesia, Messico, Turchia, Nigeria e Vietnam. Ora sono circa 40 i Paesi che hanno espresso interesse per entrare a far parte dei Brics.
Il prossimo summit dei Brics si terrà nel 2024 in Brasile e si discuterà delle prospettive future della cooperazione tra i Paesi membri.

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