Cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah: tregua fragile in Medio Oriente
27 Nov 2024 - 1, Medio Oriente
Dopo un anno di guerra, entra in vigore l'accordo di tregua mediato da USA e Francia. Il sud del Libano sotto il controllo dell’esercito libanese, ma le tensioni restano alte.
Accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah: un passo verso la stabilità
Il cessate il fuoco entrato in vigore il 27 novembre 2024 tra Israele e Hezbollah segna un punto di svolta cruciale per la stabilità della regione mediorientale. Dopo oltre un anno di conflitti devastanti, l’accordo, mediato da Stati Uniti e Francia, punta a garantire una tregua iniziale di 60 giorni, durante i quali entrambe le parti si ritireranno dalle aree di conflitto nel sud del Libano. Il vuoto lasciato dai combattimenti sarà colmato dal dispiegamento dell’esercito libanese, che assumerà il controllo delle zone strategiche per prevenire nuove escalation. La supervisione di questa delicata transizione sarà affidata a un comitato internazionale composto da rappresentanti delle Nazioni Unite, Stati Uniti, Francia e altre nazioni coinvolte nel processo di mediazione.
Il ruolo della Risoluzione 1701
L’accordo si basa sulla Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, già adottata nel 2006, che stabilisce che solo l’esercito libanese e le forze di pace dell’UNIFIL possono essere schierati nel sud del Libano. Una delle clausole principali prevede la rimozione di armi e infrastrutture militari di Hezbollah dalle aree vicine al confine con Israele, con controlli regolari per verificare l’effettivo rispetto degli impegni. Questo punto è particolarmente sensibile, dato che Hezbollah ha utilizzato in passato il sud del Libano come base operativa per i suoi attacchi contro Israele.
Il sostegno internazionale e le divergenze interne
Gli Stati Uniti hanno garantito un forte sostegno a Israele, impegnandosi a fornire assistenza militare e intelligence qualora Hezbollah violasse l’accordo. Parallelamente, la Francia e altri Paesi europei si sono concentrati sull’aspetto umanitario, con la promessa di contributi significativi per la ricostruzione delle aree colpite nel sud del Libano. Tuttavia, non sono mancate le critiche all’intesa: in Israele, il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, ha espresso forti riserve, definendo l’accordo un “errore storico” che potrebbe permettere a Hezbollah di riorganizzarsi e riarmarsi. In Libano, alcune fazioni filo-iraniane hanno sollevato preoccupazioni sul fatto che il dispiegamento dell’esercito libanese possa limitare il potere di Hezbollah nel sud del Paese.
Un equilibrio fragile
La durata effettiva del cessate il fuoco dipenderà dalla capacità delle parti coinvolte di rispettare gli impegni presi e dalla solidità della supervisione internazionale. Israele, da parte sua, ha già chiarito che non esiterà a intervenire militarmente qualora Hezbollah violasse gli accordi. Questo fragile equilibrio rappresenta non solo una sfida immediata per i protagonisti del conflitto, ma anche un banco di prova per la comunità internazionale e la sua capacità di garantire una pace duratura nella regione.