Chi comanda nell’impero di Berlusconi dopo la sua morte?
6 Lug 2023 - Italia
Silvio Berlusconi, il fondatore di Mediaset e Forza Italia e tre volte presidente del Consiglio, è morto il 25 giugno 2023, lasciando un patrimonio di oltre tre miliardi di euro e una galassia di aziende che spaziano dalla tv all’editoria, dalla finanza al calcio. Ma come si divideranno il suo impero i suoi cinque figli, Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi? E quali saranno i loro ruoli e le loro responsabilità nel gestire le società di famiglia?
L’apertura del testamento
Il 5 luglio 2023 sono state rese note le ultime volontà del Cavaliere, davanti a due testimoni, gli avvocati Luca Fossati e Carlo Rimini, che rappresentavano i figli, collegati da remoto. Il testamento ha confermato la continuità nelle aziende e nella vita famigliare, senza sorprese o spaccature. Al centro dell’eredità c’è Fininvest, la holding che Berlusconi ha creato alla fine degli anni ’70 e che ha sempre controllato personalmente. Fininvest possiede il 50% di Mfe (ex Mediaset), il 53,3% di Mondadori, il 30% di Mediolanum, il 100% del Teatro Manzoni e il Monza calcio. Fuori da Fininvest, ma sempre parte dell’impero di Arcore, c’è poi il patrimonio immobiliare, gran parte del quale è in mano alla società Dolcedrago, di proprietà personale del defunto.
Divisione della Fininvest
La questione più delicata riguarda la divisione del 61% della Fininvest che era in diretto possesso di Berlusconi. Se un terzo di questa quota venisse diviso in parti uguali tra i cinque figli, la maggioranza sarebbe dei tre figli più giovani, nati dal matrimonio con Veronica Lario. Se invece questa quota venisse data ai due figli più grandi, nati dal primo matrimonio con Carla Elvira Dall’Oglio, sarebbero loro a comandare la holding. La soluzione sarebbe stata trovata in una via mediana, con assegnazioni finali che non cambierebbero molto gli equilibri tra le due parti della famiglia, ma con una formula di gestione che richiederebbe un consenso ampio per eventuali operazioni straordinarie. E un ruolo concretamente indicato per Marina, già presidente di Fininvest.
L’impero di Berlusconi
I figli di Berlusconi hanno tutti una partecipazione diretta in Fininvest e un ruolo attivo nelle aziende di famiglia. Marina è la primogenita e la più esperta: ha 57 anni ed è presidente sia della holding sia di Mondadori. È considerata la più vicina al padre sia sul piano affettivo sia su quello politico. Pier Silvio ha 53 anni ed è vicepresidente esecutivo e amministratore delegato di Mfe-Mediaset. È il responsabile delle strategie del gruppo televisivo e ha guidato le trattative con il finanziere francese Vincent Bolloré per la creazione della holding europea MediaforEurope (Mfe). Barbara ha 38 anni ed è vicepresidente esecutiva e amministratrice delegata del Monza calcio. Ha anche una quota del 9,9% in Mediolanum e fa parte del consiglio d’amministrazione della banca. È stata presidente del Milan dal 2011 al 2017 ed è stata protagonista della vendita del club cinese a Yonghong Li. Eleonora ha 36 anni ed è vicepresidente esecutiva e amministratrice delegata del Teatro Manzoni. Ha anche una quota del 9,9% in Mediolanum e fa parte del consiglio d’amministrazione della banca. Ha tre figli: Riccardo, Flora e Artemisia. Luigi ha 33 anni ed è il più giovane e il più riservato. Ha una quota del 9,9% in Mediolanum e fa parte del consiglio d’amministrazione della banca. Ha due figli: Emanuele Silvio e Tommaso Fabio.
Richiesta intesa e collaborazione tra i figli
L’eredità di Berlusconi, dunque, non cambia gli assetti delle sue aziende, ma richiede ai figli di trovare un’intesa e una collaborazione per portare avanti il progetto imprenditoriale e il sogno politico del padre. Il futuro dell’impero di Arcore dipenderà dalla capacità dei suoi eredi di mantenere la coesione familiare e di affrontare le sfide del mercato e della concorrenza