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Conti Pubblici Migliorano, ma Sfide Restano: Focus su Deficit e Pressione Fiscale

3 Gen 2025 - Italia

Nel terzo trimestre 2024, deficit in calo e saldo primario positivo confermano l'efficacia delle politiche fiscali del governo. Tuttavia, pesa l’aumento della pressione fiscale e la frenata degli investimenti aziendali.

Conti Pubblici Migliorano, ma Sfide Restano: Focus su Deficit e Pressione Fiscale

Nel terzo trimestre del 2024, l’Italia ha registrato un’importante riduzione del deficit delle amministrazioni pubbliche rispetto allo stesso periodo del 2023. Secondo i dati ISTAT, l’incidenza del deficit sul PIL è scesa al -2,3%, segnando un netto miglioramento rispetto al -6,3% rilevato l’anno precedente.

Un bilancio primario in positivo

Uno degli aspetti più rilevanti emersi dai dati è il saldo primario, ovvero il bilancio dello Stato calcolato escludendo gli interessi pagati sul debito pubblico. In termini semplici, questo indicatore misura quanto lo Stato spende rispetto a quanto incassa, senza considerare il costo degli interessi. Quando è positivo, come nel caso attuale con un’incidenza dell’1,7% sul PIL, significa che le entrate fiscali e contributive superano le spese correnti e di investimento. Si tratta di un’inversione di tendenza rispetto al -2,8% del 2023, segnalando una gestione più virtuosa delle finanze pubbliche. Anche il saldo corrente delle amministrazioni pubbliche, che rappresenta la differenza tra entrate e uscite nel breve periodo, ha mostrato segnali incoraggianti, attestandosi all’1,9% del PIL, in lieve crescita rispetto all’1,6% del terzo trimestre del 2023.

La pressione fiscale continua a salire

Nonostante i miglioramenti nei conti pubblici, l’ISTAT segnala un incremento della pressione fiscale, salita al 40,5%, con un aumento di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo dato solleva interrogativi sul peso fiscale che continua a gravare su imprese e cittadini, in un contesto economico che sta cercando di consolidare la ripresa.

Famiglie: redditi e potere d’acquisto in crescita

Il terzo trimestre del 2024 offre segnali positivi anche sul fronte delle famiglie italiane. Il reddito disponibile è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi hanno registrato una crescita più robusta dell’1,6%. Anche il potere d’acquisto, al netto dell’inflazione, è aumentato dello 0,4%. Tuttavia, la propensione al risparmio è scesa al 9,2%, registrando un calo di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Questo dato potrebbe riflettere una maggiore fiducia da parte dei consumatori, ma al contempo segnala una riduzione del margine di sicurezza finanziaria delle famiglie. Nonostante la crescita più contenuta rispetto ai periodi precedenti, il potere d’acquisto risulta in aumento per il settimo trimestre consecutivo, un segnale di stabilità economica che va interpretato con cautela.

Difficoltà per le imprese non finanziarie

Se il quadro macroeconomico appare incoraggiante per i conti pubblici e le famiglie, lo stesso non si può dire per le società non finanziarie. Queste imprese, che operano nei settori produttivi come industria, commercio e servizi, e che si distinguono dalle banche e dagli intermediari finanziari, continuano a mostrare segnali di debolezza. In pratica, si tratta di aziende che producono beni e servizi reali e che non si occupano di gestione del denaro o di investimenti finanziari.

La quota di profitto per queste società è scesa al 42,4%, con una flessione di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Parallelamente, il tasso di investimento è diminuito di 0,4 punti percentuali, fermandosi al 21,7%.

Questa dinamica negativa, iniziata già nei primi mesi del 2023, solleva preoccupazioni sul fronte degli investimenti produttivi, fondamentali per sostenere l’innovazione e la competitività del sistema economico italiano.

Prospettive e Sfide per l’Economia Italiana

L’analisi dei dati ISTAT sul terzo trimestre 2024 offre un quadro economico complesso e articolato. Da un lato, la riduzione del deficit e il miglioramento del saldo primario confermano l’efficacia delle politiche di contenimento della spesa pubblica e di gestione oculata delle entrate fiscali messe in campo dall’attuale governo. Questo risultato, ottenuto in un contesto internazionale ancora incerto, riflette un approccio prudente ma concreto nella stabilizzazione dei conti pubblici.

Dall’altro, la crescita della pressione fiscale e le difficoltà delle imprese non finanziarie rappresentano sfide su cui sarà necessario continuare a intervenire. La necessità di sostenere gli investimenti e rafforzare la competitività richiederà politiche mirate, capaci di mantenere l’equilibrio tra rigore finanziario e stimolo alla crescita economica.

Per garantire una crescita sostenibile e inclusiva, sarà fondamentale bilanciare la disciplina di bilancio con misure di sostegno agli investimenti e alle imprese. Solo così si potrà consolidare la ripresa economica e garantire una maggiore equità sociale nel lungo periodo, dando continuità ai risultati positivi fin qui ottenuti.

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