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Corea del Sud sotto legge marziale

3 Dic 2024 - Oriente

La decisione del presidente Yoon Suk-yeol scuote il paese. Parlamento bloccato, opposizione in rivolta e tensioni crescenti nelle strade di Seul.

Corea del Sud sotto legge marziale

La Corea del Sud, considerata una delle democrazie più solide dell’Asia, è improvvisamente piombata in una crisi politica e istituzionale senza precedenti. Nella notte del 3 dicembre 2024, il presidente Yoon Suk-yeol ha dichiarato la legge marziale, giustificando la decisione come un atto necessario per contrastare “forze pronorcoreane che minacciano l’integrità dello Stato”. Questa dichiarazione rappresenta il primo uso della legge marziale nel paese dal 1980 e ha suscitato forti reazioni sia a livello interno che internazionale.

La portata della legge marziale

La legge marziale implica il trasferimento dei poteri legislativi e amministrativi al comando militare, la sospensione delle attività del parlamento e un controllo totale sui media nazionali. Le autorità hanno immediatamente imposto limitazioni ai movimenti dei cittadini e vietato le riunioni pubbliche.

L’impatto economico non si è fatto attendere: il won sudcoreano ha registrato una svalutazione significativa rispetto al dollaro statunitense, mentre le borse locali hanno subito perdite. La banca centrale sudcoreana è stata costretta a considerare interventi straordinari per stabilizzare i mercati.

Reazioni politiche interne

L’opposizione guidata dal Partito Democratico ha condannato la dichiarazione di legge marziale come un atto autoritario, paragonandolo ai regimi dittatoriali del passato. Il leader dell’opposizione, Lee Jae-myung, ha esortato i cittadini a mobilitarsi pacificamente e a radunarsi presso l’Assemblea Nazionale per protestare contro la decisione presidenziale.

Nel frattempo, il parlamento, a maggioranza controllato dall’opposizione, ha votato per chiedere l’immediata revoca della legge marziale, appellandosi alla costituzione sudcoreana, che prevede questa possibilità in caso di consenso parlamentare. Tuttavia, l’ingresso all’Assemblea è stato bloccato dalle forze dell’ordine, causando scontri tra manifestanti e polizia.

Reazioni internazionali

A livello internazionale, l’annuncio della legge marziale ha sollevato preoccupazioni per la stabilità della regione. Gli Stati Uniti, alleati chiave della Corea del Sud, non hanno ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma è probabile che la situazione venga discussa urgentemente alla Casa Bianca, considerato che circa 28.500 soldati statunitensi sono stanziati nel paese come deterrente contro le minacce nordcoreane.

Anche la Cina e la Russia osservano attentamente la situazione, soprattutto alla luce delle recenti incursioni di aerei militari di Pechino e Mosca nella zona di identificazione aerea sudcoreana, un gesto che potrebbe essere interpretato come una provocazione in questo momento di crisi.

Contesto storico e paragoni

L’ultima volta che la Corea del Sud dichiarò la legge marziale fu durante il massacro di Gwangju nel 1980, quando il regime militare di Chun Doo-hwan represse violentemente una rivolta popolare, causando centinaia di morti. Questo tragico evento ha segnato profondamente la memoria collettiva della nazione e ha contribuito alla transizione democratica negli anni successivi.

La decisione del presidente Yoon ha quindi un peso storico rilevante, evocando timori di un ritorno a pratiche autoritarie. La giustificazione di Yoon, che parla di minacce interne legate a presunte influenze pronorcoreane, appare a molti osservatori come una mossa per consolidare il potere in un momento di declino della sua popolarità.

Prospettive future

La situazione rimane estremamente fluida. Le proteste continuano a crescere in tutto il paese, mentre le istituzioni democratiche sembrano paralizzate dall’intervento militare. Gli analisti geopolitici temono che questa crisi interna possa avere ripercussioni regionali, soprattutto in un contesto già caratterizzato da tensioni con la Corea del Nord e dalla competizione strategica tra Cina e Stati Uniti.

L’esito di questa crisi rappresenterà un test cruciale per la democrazia sudcoreana e per la stabilità della regione asiatica. I prossimi giorni saranno determinanti per capire se il paese riuscirà a trovare una via d’uscita pacifica o se si assisterà a un’escalation delle tensioni interne.

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