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Crescono le tensioni nel Medio Oriente: scontri, raid e ostaggi tra Israele, Libano e Palestina

19 Ott 2023 - Geopolitica

Crescono le tensioni nel Medio Oriente: scontri, raid e ostaggi tra Israele, Libano e Palestina

In seguito agli attacchi anti-tank perpetrati da Hezbollah, Israele ha risposto con determinazione, lanciando raid aerei contro postazioni di Hezbollah situate nel sud del Libano. Fonti di Ha’aretz indicano che gli obiettivi colpiti includevano un punto di osservazione, ritenuto responsabile degli attacchi lanciati verso la città di confine israeliana di Rosh Hanikra.

Ma il panorama conflittuale non si limita alle risposte militari. Recentemente, un raid aereo israeliano ha portato alla morte di Jamila al-Shanti, vedova del cofondatore di Hamas, Abdel Aziz al-Rantisi. Questo tragico evento, come riportato dal Times of Israel, segna la prima volta in cui una donna di alto profilo all’interno di Hamas viene colpita in seguito all’attacco terroristico del 7 ottobre.

In Cisgiordania, la situazione rimane tesa. Diversi arresti di esponenti di Hamas, tra cui quello del leader Sheikh Hassan Yousef, hanno scatenato scontri e violenze. Contemporaneamente, incidenti separati hanno visto la morte di sette palestinesi. Dal 7 ottobre, il numero di palestinesi uccisi in Cisgiordania è tragicamente salito a 69, come riportato dal Guardian.

Anche la Striscia di Gaza non è esente da azioni militari. L’IDF ha confermato l’uccisione di Rafat Abu Hilal, leader dell’ala militare dei Comitati di Resistenza Popolare a Gaza, oltre a diversi membri delle unità Nukhba di Hamas, direttamente legate all’attacco del 7 ottobre.

La situazione degli ostaggi a Gaza aggiunge ulteriore complessità al quadro. Secondo Haaretz, almeno 203 persone, tra cui molti soldati, sono attualmente tenute in ostaggio da Hamas. Questo, in seguito all’attacco devastante che ha colpito Israele l’7 ottobre.

Il bilancio delle vittime e dei feriti in Israele è pesante: dallo stesso attacco, gli ospedali israeliani hanno trattato 4.629 feriti. Di questi, 309 sono ancora ricoverati e 80 versano in condizioni critiche. Inoltre, Israele lamenta la perdita di 306 militari, una cifra drammaticamente alta riportata da Haaretz.

In questi tempi turbolenti, è evidente più che mai l’urgente necessità di dialogo e diplomazia. La regione del Medio Oriente, così profondamente segnata da decenni di conflitti, richiede ora un impegno rinnovato per trovare soluzioni pacifiche, mentre il mondo osserva con ansia e speranza.

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