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Crisi Umanitaria in Gaza: Un Rapporto ONU Rivela una Grave Insicurezza Alimentare

22 Dic 2023 - Mondo

Crisi Umanitaria in Gaza: Un Rapporto ONU Rivela una Grave Insicurezza Alimentare

La Striscia di Gaza, una regione già devastata dagli effetti della guerra, si trova ora di fronte a una grave crisi umanitaria. Secondo un recente rapporto del sistema di monitoraggio delle Nazioni Unite, nei prossimi sei settimane, ogni singolo abitante di Gaza dovrà affrontare significativi problemi di approvvigionamento di beni fondamentali, in particolare il cibo.

Il rapporto utilizza la classificazione dell’insicurezza alimentare, nota come IPC (Integrated Food Security Phase Classification), che divide la gravità della situazione in cinque livelli. Secondo lo “scenario più probabile” delineato dal rapporto, entro il 7 febbraio, l’intera popolazione della Striscia di Gaza, che conta circa 2,2 milioni di persone, si troverà ad affrontare una crisi acuta relativa alla nutrizione.

Questa situazione rappresenta la percentuale più alta di persone che affrontano alti livelli di insicurezza alimentare mai classificata dall’iniziativa IPC in una specifica area o Paese. L’allarme internazionale è in aumento a causa delle condizioni disperate degli abitanti di Gaza, che subiscono bombardamenti quotidiani, carenza di cibo e acqua, e uno sfollamento di massa.

Il rapporto avverte che circa il 50% della popolazione potrebbe trovarsi nel livello di “emergenza”, una fase che comprende una malnutrizione molto elevata e un eccesso di mortalità. Inoltre, “almeno una famiglia su quattro”, ovvero più di mezzo milione di persone, potrebbe dover affrontare la “fase 5”, quella catastrofica.

Nonostante i livelli di malnutrizione acuta e di mortalità non legata a traumi non abbiano ancora superato la soglia della carestia, le condizioni a Gaza sono il risultato di una prolungata e grave carenza alimentare. L’organizzazione umanitaria internazionale CARE ha definito le cifre “allarmanti”, mentre la Germania le ha descritte come “spaventose”.

Il ministero degli Esteri tedesco, attraverso la piattaforma X, ex Twitter, ha sottolineato l’urgenza che Israele garantisca un migliore accesso per l’assistenza, adatti la sua strategia militare e permetta pause umanitarie, avvertendo che “la fame alimenta il terrore”. La guerra a Gaza è iniziata quando i governanti islamisti di Hamas si sono infiltrati in Israele il 7 ottobre, uccidendo circa 1.140 persone, per lo più civili, e rapendo 250 persone, secondo un conteggio dell’AFP basato su dati israeliani.

In risposta, Israele ha lanciato una campagna aerea e di terra incessante. L’ufficio stampa del governo di Hamas nella Striscia di Gaza ha riferito che almeno 20.000 persone sono state uccise, tra cui 8.000 bambini e 6.200 donne.

Questa situazione mette in luce non solo la gravità della crisi umanitaria in atto, ma anche la complessità del conflitto in Medio Oriente, dove le questioni politiche, militari e umanitarie si intrecciano in modo intricato, lasciando la popolazione civile in una condizione di estrema vulnerabilità.

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