Cyber Guerra Fredda: La Cina accusa gli Stati Uniti di spionaggio
30 Lug 2023 - Oriente
Nel clima di tensione della nuova guerra fredda, ogni singolo incidente potrebbe essere considerato come un tentativo di spionaggio o un’azione destabilizzante da parte del nemico. Recenti affermazioni da Pechino sembrano andare in questa direzione, con il governo cinese che ha denunciato un attacco hacker contro un centro di monitoraggio dei terremoti, che secondo loro sarebbe stato condotto da hacker statunitensi.
L’episodio in questione riguarda il Centro di monitoraggio sismico di Wuhan, in Cina, che rileva e raccoglie dati sull’attività sismica. Secondo il South China Morning Post, gli investigatori della polizia cinese hanno scoperto che un virus Trojan aveva creato una backdoor nei dispositivi infettati all’interno del centro, permettendo agli hacker di assumere il controllo dei dispositivi e rubare dati sull’intensità sismica.
Le autorità cinesi, pur non indicando direttamente gli Stati Uniti come artefici dell’attacco, hanno affermato che l’offensiva era stata condotta da “organizzazioni di hacker e criminali al di fuori del Paese con un background governativo”. In seguito, la Wuhan Emergency Management Administration ha precisato che l’hacking sarebbe provenuto dagli Stati Uniti.
Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha condannato l’attacco come un “comportamento irresponsabile” e ha affermato che costituisce una “seria minaccia per la sicurezza nazionale della Cina”. Pechino ha promesso di prendere le misure necessarie per proteggere la sua sicurezza informatica.
Ma cosa potrebbe interessare agli Stati Uniti di un centro di monitoraggio dei terremoti in Cina? Il geoscienziato Zhao Weiguo, capo del Disaster Prevention and Mitigation Innovation and Research Base, ha spiegato che i dati precisi delle forme d’onda sismica potrebbero rivelare informazioni preziose per scopi militari. Ad esempio, potrebbero aiutare a identificare importanti strutture cavernose sotterranee in un’area, che potrebbero essere usate come rifugi antiaerei o bunker.
Questa accusa da parte della Cina arriva poco dopo che Washington e le agenzie di intelligence occidentali hanno accusato Pechino di aver condotto attacchi informatici contro alti funzionari statunitensi. Secondo gli Stati Uniti, hacker presumibilmente legati al governo cinese avrebbero attaccato gli account email di Gina Raimondo, segretaria al commercio degli Stati Uniti, Nicholas Burns, ambasciatore in Cina, e Daniel Kritenbrink, assistente segretario di stato per gli affari dell’Asia orientale e del Pacifico.
In questo clima di reciproche accuse, la guerra informatica diventa un nuovo fronte della rivalità tra Cina e Stati Uniti, con potenziali ripercussioni sulla sicurezza globale. Un episodio come questo serve come promemoria che nel mondo moderno, le battaglie non si combattono solo sui campi di battaglia, ma anche nel cyberspazio.