De Angelis e il post sulla strage di Bologna: la polemica infuria
6 Ago 2023 - Italia
Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio guidata da Francesco Rocca, è al centro di una bufera politica e mediatica per aver negato la responsabilità dei condannati in via definitiva per la strage di Bologna del 2 agosto 1980, che fece 85 morti e 200 feriti.
Il post su Facebook
In un post su Facebook, pubblicato il 3 agosto, De Angelis ha scritto: “So per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e ‘cariche istituzionali’”.
Con queste parole, De Angelis ha contraddetto la verità giudiziaria accertata nei processi e ribadita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio alla città in occasione dell’anniversario della strage, in cui ha sottolineato “la matrice neofascista dell’attentato” e ha denunciato “coperture e ignobili depistaggi”.
De Angelis ha poi aggiunto di essere pronto a “pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma” e ha difeso la sua libertà di espressione.
Chi è Marcello De Angelis
Chi è Marcello De Angelis e perché ha espresso queste opinioni? De Angelis, nato a Roma nel 1959, è un ex militante di destra, giornalista e scrittore. Negli anni ’70, fu membro del Movimento Politico Ordine Nuovo e partecipò a diverse azioni contro le sedi del Pci e del Psi nel clima di azioni e reazioni di quegli anni.
Nel 1979, fu arrestato insieme al fratello Giorgio con l’accusa di essere i mandanti dell’omicidio del giornalista Mino Pecorelli, avvenuto l’anno precedente, ma furono poi assolti in appello nel 1986. Nel frattempo Giorgio morì in carcere nel 1981 per un’overdose di eroina.
De Angelis ha poi intrapreso la carriera giornalistica, collaborando con varie testate di destra come Il Secolo d’Italia, Il Giornale d’Italia e Libero. Ha anche scritto diversi libri, tra cui una biografia di Giorgio Almirante e una storia del terrorismo nero in Italia. Nel 2018 è stato nominato responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio da Francesco Rocca, esponente di Fratelli d’Italia.
La strage di Bologna
De Angelis ha un legame familiare con uno dei condannati per la strage di Bologna: Luigi Ciavardini, ex membro dei Nuclei Armati Rivoluzionari (Nar). Ciavardini è stato condannato all’ergastolo insieme a Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, altri due ex Nar, come esecutori materiali dell’attentato.
Un altro ex Nar, Gilberto Cavallini, è stato condannato a 30 anni di reclusione come complice. Un quinto condannato è Paolo Bellini, ex militante di Avanguardia Nazionale, ritenuto il basista dell’operazione.
Le reazioni
La coordinatrice della segreteria nazionale del Pd e consigliera regionale del Lazio Marta Bonafoni ha chiesto al presidente Rocca di prendere le distanze dalle sue parole e di rimuoverlo dal suo incarico. Anche Elly Schlein, segretaria del Pd Emilia-Romagna e consigliera regionale, ha definito le parole di De Angelis “ignobili” e ha sollecitato Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, a intervenire.
Il presidente Rocca
Il presidente Rocca, per ora, si è limitato a dichiarare che De Angelis ha parlato a titolo personale e che la sua opinione non rispecchia quella della Regione Lazio. Ha anche ribadito il suo rispetto per le sentenze della magistratura e la sua vicinanza alle vittime della strage. Tuttavia, non ha annunciato alcuna misura nei confronti del suo portavoce, che continua a mantenere la sua posizione.