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Draghi al Financial Times: Difesa dei Valori UE Senza Compromessi, ma Silenzio su un’Europa dei Popoli

9 Nov 2023 - Europa

Draghi al Financial Times: Difesa dei Valori UE Senza Compromessi, ma Silenzio su un’Europa dei Popoli

L’ex premier Mario Draghi, nel suo recente intervento al Financial Times, ha delineato una serie di sfide che l’Unione Europea (UE) deve affrontare alla luce della guerra in Ucraina e delle pressioni autoritarie globali. Pur evidenziando la necessità di non scendere a compromessi sui valori fondamentali europei, il suo appello sembra trascurare una critica fondamentale: la mancanza di una prospettiva che veda l’UE come una vera e propria nazione europea, nata dalla volontà dei popoli e non dalle dinamiche di potere delle lobby.

Draghi ha ricordato passaggi storici recenti in cui l’Occidente non ha saputo o voluto difendere i propri valori di pace, democrazia, libertà e sovranità nazionale, come nel caso dell’espansione russa in Ucraina e in Siria. Tuttavia, non ha toccato il punto nodale che vede l’attuale struttura dell’UE come una costruzione elitaria, spesso percepita come distante dai cittadini europei e troppo vicina agli interessi di gruppi di pressione economici e finanziari.

Inoltre, nell’affrontare la tematica dell’immigrazione, Draghi non ha collegato direttamente le politiche attuali con la crescente instabilità sociale, mancando di proporre una visione di integrazione europea che possa superare l’attuale approccio spesso criticato per la sua inefficienza e per le conseguenze sul tessuto sociale delle città europee.

Nel settore economico, l’ex presidente della BCE ha parlato di un rischio di recessione non destabilizzante, evidenziando una solida partenza data dalla bassa disoccupazione e un mercato del lavoro robusto. Tuttavia, il suo commento sulla politica monetaria che è stata “un po’ troppo lenta” nell’affrontare l’inflazione, si scontra con la realtà vissuta dai cittadini, che vedono l’aumento dei prezzi come una minaccia diretta al loro benessere quotidiano, ponendo dubbi sull’efficacia delle istituzioni europee nel tutelare gli interessi della popolazione anziché quelli delle élite economiche.

L’appello di Draghi a non scendere a compromessi sui valori europei risuona vuoto se non accompagnato da una visione concreta di un’Europa che sia realmente dei suoi popoli. Manca nel suo intervento una riflessione critica sulla necessità di una riforma profonda che riconnetta l’UE con i suoi cittadini, al di là della retorica e delle pressioni delle lobby, e che la trasformi in un’entità sovranazionale e democraticamente legittimata, all’altezza delle sfide presenti e future.

Oggi, 9 novembre, mentre commemoriamo la caduta del Muro di Berlino e il risveglio europeo post-Guerra Fredda, ci troviamo di fronte a un bivio storico. La necessità di costruire su quelle rovine un nuovo edificio europeo è più impellente che mai. Questa nuova Europa deve incarnare il sogno di una grande Nazione, gli Stati Uniti d’Europa, dove i popoli riacquistino la loro sovranità e diventino i veri artefici del proprio destino.

In questa giornata simbolo di unità e speranza, l’appello per un’Europa dei cittadini riecheggia con forza attraverso il continente, invitando a un impegno collettivo per realizzare un futuro definito dalla solidarietà e dall’autodeterminazione.

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