Dugin attacca Erdoğan: “Tradimento verso Russia e Iran”
10 Dic 2024 - Russia
Le dichiarazioni di Aleksandr Dugin su Erdoğan scatenano polemiche in Turchia. Un duro attacco che riflette la visione geopolitica eurasiatica e le critiche a un ordine mondiale unipolare.
La controversia tra Aleksandr Dugin e la Turchia: cosa si cela dietro le critiche?
Le dichiarazioni di Aleksandr Dugin sulla Turchia hanno sollevato un acceso dibattito. In un post sul social network X, il noto filosofo e politologo russo ha lanciato un duro attacco contro le scelte strategiche del presidente Recep Tayyip Erdoğan, accusandolo di tradimento nei confronti di Russia e Iran.
Dugin ha scritto:
“La Siria è stata una trappola per Erdoğan. Ha commesso un errore strategico. Ha tradito la Russia. Ha tradito l’Iran. È condannato. Ora è iniziata la fine della Turchia di Kemal. Ti abbiamo sostenuto fino ad ora. D’ora in poi, ti pentirai.”
Queste parole, condivise con milioni di utenti, hanno generato forti reazioni, sia di sostegno che di critica, all’interno dei media e della politica turca. Sebbene alcuni cerchino di minimizzare il ruolo di Dugin, descrivendolo come un intellettuale ai margini, la sua figura resta centrale nell’elaborazione di un pensiero geopolitico alternativo all’egemonia occidentale.
La visione geopolitica di Aleksandr Dugin
Dugin è uno dei principali sostenitori dell’idea di un asse eurasiatico, concepito per sfidare l’ordine unipolare dominato dagli Stati Uniti. Secondo la sua visione, la Russia ha un destino storico che la pone come perno di un grande blocco eurasiatico, unendo le nazioni dell’Europa orientale, dell’Asia centrale e del Medio Oriente.
Le critiche ad Erdoğan riflettono non solo la delusione per quelle che considera deviazioni dall’asse russo-iraniano, ma anche il timore che la Turchia, con la sua posizione strategica tra Europa e Asia, possa indebolire questo progetto con decisioni percepite come ambigue o filo-occidentali.
Biografia di Aleksandr Dugin
Aleksandr Gel’evič Dugin nasce a Mosca il 7 gennaio 1962, figlio di un ufficiale dei servizi segreti sovietici. Dopo un’adolescenza segnata dall’interesse per il tradizionalismo esoterico e le correnti filosofiche dissidenti, emerge come una delle figure intellettuali più controverse della Russia post-sovietica.
Negli anni ’90 fonda il Partito Nazional-Bolscevico insieme a Eduard Limonov, unendo il nazionalismo russo a una rilettura rivoluzionaria del bolscevismo. Ma è con la pubblicazione di Fondamenti di Geopolitica nel 1997 che Dugin conquista un ruolo di spicco. Questo testo, considerato un manuale per le élite strategiche russe, delinea un piano geopolitico per una Russia capace di contrastare l’influenza occidentale e guidare una rinascita eurasiatica.
La Quarta Teoria Politica: una nuova visione per il futuro
Il contributo più originale di Dugin alla filosofia politica contemporanea è la sua “Quarta Teoria Politica”. In questo approccio, egli propone di superare le tre grandi ideologie del XX secolo: liberalismo, comunismo e fascismo. Secondo Dugin, il liberalismo ha trionfato solo grazie al collasso delle alternative, ma la sua egemonia sta portando alla dissoluzione delle identità culturali, religiose e nazionali.
La Quarta Teoria Politica si basa sul rifiuto del materialismo e della globalizzazione, proponendo un modello che valorizza le tradizioni spirituali e culturali di ogni nazione. Questo modello mira a costruire un mondo multipolare, in cui ogni civiltà possa seguire il proprio destino senza imposizioni esterne.
Uno degli aspetti centrali di questa teoria è la critica all’individualismo moderno. Dugin propone una visione comunitaria e organica, dove l’individuo si realizza solo in armonia con la propria comunità e il proprio contesto culturale. Inoltre, la Quarta Teoria Politica esalta il ruolo della geopolitica come disciplina fondamentale per capire e plasmare il futuro.