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Ecofin: Lunga Notte di Negoziazioni si Conclude senza Accordo sul Nuovo Patto di Stabilità

8 Dic 2023 - Finanza

Ecofin: Lunga Notte di Negoziazioni si Conclude senza Accordo sul Nuovo Patto di Stabilità

La cena dell’Ecofin, che ha visto i ministri delle finanze dell’Unione Europea riuniti per discutere il futuro del Patto di Stabilità e Crescita, si è conclusa senza un accordo. Dopo otto ore di intensi negoziati, dalla sera fino alle prime luci dell’alba, la presidenza spagnola ha tentato di mediare tra le diverse posizioni degli Stati membri, presentando un nuovo testo di compromesso.

Una fonte diplomatica, al termine della lunga sessione, ha espresso un cauto ottimismo: “Abbiamo fatto molti progressi oggi. Si tratta di un negoziato impegnativo e ci stiamo avvicinando a una conclusione. Tuttavia, rimane ancora del lavoro da fare, inclusa la necessità di valutazioni giuridiche e consultazioni sulla nostra proposta.”

Nonostante gli sforzi, il testo di compromesso non ha soddisfatto pienamente nessuno degli Stati membri. La ricerca di un’intesa sembrava lontana, con le percentuali di accordo potenzialmente più basse rispetto alle aspettative iniziali. Questa situazione riflette la complessità e la delicatezza delle questioni trattate, che vanno oltre i semplici numeri e toccano approcci diversi alla politica economica e fiscale.

Il ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato la posizione dell’Italia, favorevole a un rientro dal debito che sia serio ma sostenibile, evidenziando la necessità di regole fiscali in linea con gli obiettivi politici nazionali ed europei. Questa posizione riflette una visione più ampia, che considera la sostenibilità e la coerenza delle politiche economiche a lungo termine.

La bozza più recente del Patto propone un taglio medio minimo del debito dell’1% annuo per i Paesi con un rapporto debito/PIL superiore al 90% (0,5% per quelli sopra il 60%), e mira a ridurre il deficit all’1,5% come margine di sicurezza. Tuttavia, le divergenze tra i membri rimangono, come evidenziato dalle posizioni contrastanti del ministro francese Bruno Le Maire e del suo omologo tedesco Christian Lindner, in particolare sulla questione dell’aggiustamento strutturale per i Paesi che si impegnano in investimenti e riforme.

Inoltre, vi è disaccordo sull’indicatore da utilizzare per misurare l’aggiustamento del deficit. Mentre attualmente si considera il deficit strutturale, l’Italia, tra gli altri, propone di utilizzare il deficit strutturale primario, che esclude il pagamento degli interessi sul debito.

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