Esclusiva de “Il Giornale”: truffa milionaria a Milano, 633 immigrati denunciati per uso illecito del reddito di cittadinanza
20 Set 2023 - Italia
L’inchiesta de Ilgiornale.it
A Milano, una vasta operazione condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo del Gruppo per la Tutela del Lavoro ha portato alla luce una truffa ben organizzata, coinvolgendo 633 immigrati e diverse attività commerciali, con un ammontare totale di 2.374.000 euro sottratti illegalmente dalle casse pubbliche.
Origini dell’Indagine
Le indagini sono partite nel febbraio 2021, quando i Carabinieri hanno iniziato a monitorare l’erogazione del reddito di cittadinanza, approvato nel 2018 dal governo Conte. Questo monitoraggio ha rivelato che alcuni beneficiari, prevalentemente di origine somala, erano in realtà privi dei requisiti necessari per ottenere il sussidio.
Grazie alla collaborazione con gli uffici dell’INPS, è stato possibile analizzare i flussi finanziari legati alle carte del reddito di cittadinanza. Da questa analisi è emerso che molte delle transazioni venivano effettuate presso tre specifiche attività commerciali di Milano.
Il Modus Operandi
I titolari delle attività commerciali coinvolte – un Internet point, un negozio di prodotti alimentari e un ristorante kebab – sono accusati di aver permesso pagamenti tramite POS senza specificare la causale, nascondendo così l’origine illecita dei soldi. I beneficiari del sussidio, a loro volta, ricevevano una parte del denaro dai titolari delle attività, dopo che questi ultimi avevano trattenuto una percentuale variabile tra il 10 e il 15% sul totale.
L’analisi delle transazioni ha mostrato un incremento sospetto delle operazioni POS per queste attività, soprattutto rispetto all’anno precedente all’introduzione del reddito di cittadinanza. Ad esempio, il negozio di telefonia, ha visto un incremento di incassi da 1.640 euro al mese a 23.450 euro tramite POS, nonostante non vendesse beni di prima necessità coperti dal sussidio.
Le Conseguenze
Degli 633 individui coinvolti, 597 sono ora indagati per falsa attestazione dei requisiti e truffa aggravata. I restanti 36, pur avendo i requisiti per accedere al sussidio, sono accusati di malversazione di denaro pubblico.
Due dei tre esercenti sono indagati per riciclaggio continuato. Il terzo, un cittadino bengalese a capo dell’Internet point, era già stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare nel 2022, ed è accusato di riciclaggio continuato e prestazione illegale di servizi a pagamento.
Con la scoperta di questa truffa, emerge la necessità di potenziare i controlli e garantire che i sussidi pubblici raggiungano solo coloro che ne hanno veramente bisogno. L’inchiesta continua, e Milano spera di recuperare i milioni di euro illecitamente sottratti.